Nexi sotto i riflettori
Si fa sempre più lunga la lista dei potenziali pretendenti di Nexi. Il gruppo attivo nel settore dei pagamenti elettronici è, in base alle indiscrezioni di stampa, entrato nel mirino di alcuni fondi.
Il primo rumor risale al 18 ottobre scorso quando Bloomberg riferì indiscrezioni provenienti da persone a conoscenza del dossier secondo cui il gruppo di private equity CVC Capital Partners sta valutando il lancio di un'offerta. Due giorni dopo il Corriere della Sera ha aggiunto che c'è anche l'interesse di altri 3-4 investitori istituzionali tra cui il private equity canadese Brookfield Asset Management (citato anche da MF a fine ottobre).
In un crescendo a metà della scorsa settimana il Sole 24 Ore ha parlato di un tandem tra Silver Lake.
Venerdì un ulteriore passo avanti con il Corriere della Sera, secondo cui Silver Lake ha scelto Morgan Stanley come advisor per studiare un'offerta, con contatti già avviati con gli azionisti di riferimento, tra cui Hellman & Friedman (ha il 20% di Nexi). Infine le ultime notizie: stamattina MF ha scritto che oltre a CVC, Blackstone, Brookfield e Silver Lake anche i fondi CPP e Francisco Partners stanno valutando il lancio di un'offerta sul gruppo dei pagamenti elettronici.
Quotazioni a picco
Una vera Nexi-mania: rarissimamente si sono registrate indiscrezioni sull'interesse di così tanti soggetti per una società.
Ma una spiegazione c'è: il crollo delle quotazioni del titolo della società paytech, giunte il 25 ottobre a toccare il minimo storico a 5,0120 euro, -74% rispetto al record a 19,4060 dell'estate 2021, quindi non mille anni fa. Una flessione così rapida e profonda ha portato le quotazioni su livelli decisamente appetibili, soprattutto per una società che a livello di risultati continua a crescere nel primo semestre Ricavi a € 1.577,0 milioni, +8,1% a/a; EBITDA a € 771,8 milioni, +11,6% a/a, EBITDA Margin in aumento di circa 153 punti base.
Il cda per l'approvazione dei risultati al 30 settembre è in programma oggi.
Piazza Affari sottoquotata, le cause
Ma non è solo Nexi ad aver raggiunto una capitalizzazione di Borsa molto bassa. Secondo un articolo di Reuters lo sconto cui le società italiane quotano rispetto a quelle loro simili attualmente è il più elevato dal 1988: circa il 50%, circa il doppio della media delle ultime due decadi.
Alla base della discesa dei prezzi in termini relativi troviamo una serie di fattori tra cui le difficoltà di bilancio dell'Italia e la sostanziale stagnazione economica che il Paese ha vissuto negli ultimi venti anni. Questa situazione ha penalizzato soprattutto i gruppi focalizzati sul mercato interno, sul quale pesa anche il problema demografico: la popolazione italiana è in progressivo invecchiamento.
Attenzione pertanto all'appuntamento di venerdì con l'aggiornamento periodico del rating di Fitch.