Bonus ristrutturazione, come cambierà (in peggio) dal 2025 fino al 2033

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 19/11/2024 10:15

Bonus ristrutturazione, come cambierà (in peggio) dal 2025 fino al 2033

Praticamente nei prossimi 8-9 anni del bonus ristrutturazione rimarrà l'ombra, a giudicare dalle percentuali previste fino al 2033.

Purtroppo una specie di ascia si abbatterà sulle aliquote di detrazione di una delle principali agevolazioni sulle ristrutturazioni edilizi ad oggi disponibili.

Vediamo infatti come cambierà il bonus ristrutturazione nei prossimi anni, e chi potrà averlo a prescindere dal 2025 fino al 2033.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale del Commercialista Allievi.

Bonus ristrutturazione, come cambierà dal 2025 al 2032

Fino al 2024 l'aliquota è rimasta la stessa come negli anni precedenti a partire dal 2012, quando appunto venne innalzata la percentuale di detrazione dall'ordinario 36% all'odierno 50% per tutti i beneficiari del bonus ristrutturazione.

O meglio, "odierno" fino al 31 dicembre 2024. Dopo la mezzanotte, ufficialmente entreranno in vigore le nuove aliquote per il 2025, che non riguarderanno tutti.

Infatti, a partire dal 1 gennaio, saranno previste due percentuali:

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    quella al 50% per i lavori condotti su "prime case",

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    quella al 36% per i lavori condotti su "seconde case".

In pratica, l'aliquota a cui eravamo abituati da quasi un decennio rimarrà appannaggio dei proprietari di prime case, ovvero delle abitazioni dove si detiene la residenza.

Tutto ciò, però, varrà fino al 31 dicembre 2025. A partire dal 1 gennaio 2026, le aliquote scenderanno ancora un'altra volta, andando al 36% per le "prime case", e al 30% per le seconde case.

Questa limitazione durerà fino al 31 dicembre 2027. Dopo, per ben 6 anni (2028-2033) l'aliquota sarà unica per tutti, al 30%. E con massimale di spesa ridotto a 48mila euro per unità immobiliare (fino al 2027 per tutti i casi sopraccitati il massimale rimane a 96mila euro).

Bonus ristrutturazione, chi potrà richiederlo dal 2025 al 2032

A parte l'inedita distinzione tra proprietari di case di residenza (prime case) e immobili ad altro uso (seconde case), la platea di riferimento per il bonus ristrutturazione rimarrà la stessa anche nei prossimi anni.

Ricordiamo dunque che oltre al classico proprietario, il beneficiario del bonus ristrutturazione può essere anche il nudo proprietario.

E così anche il titolare di un diritto reale di godimento, quale usufrutto, uso, abitazione o superficie (si comprendono anche il semplice inquilino o il comodatario).

In ambito familiare, non c'è distinzione per l'accesso all'agevolazione edilizia tra familiari conviventi (coniuge unito in matrimonio o in unione civile, convivente di fatto...) e i parenti (purché questi ultimi siano entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado).

Possibile l'accesso anche per il coniuge separato, a patto che sia assegnatario dell?immobile intestato all?altro coniuge.

A sua volta, in ambito societario, rientrano tra i beneficiari anche i soci di cooperative a proprietà divisa e indivisa, i soggetti che producono redditi in forma associata e gli imprenditori individuali.

Bonus ristrutturazione, l'inedito taglio dell'aliquota fa presagire il peggio

Dobbiamo ringraziare i costi esorbitanti di Superbonus e affini se alla fine l'Esecutivo ha dovuto procedere a questi tagli inediti per bonus come quello per la ristrutturazione.

Parliamo di un bonus che storicamente è sempre stato non più basso del 36% stabilito dall'articolo 16 bis del TUIR, e che dal 2012 gode di questo aumento fino al 50%.

Dal 2028, invece, ce lo ritroveremo al 30%, ben 6 punti in meno rispetto al livello base.

E questo per ridurre il più possibile l'emoraggia creditizia partita con tutte le varie agevolazioni edilizi, in primis il sopraccitato Superbonus, rimasto al 110% fino al 2023 (e oltre ma solo per alcuni beneficiari).

Che sia l'inizio della fine per i bonus fiscali? Probabilmente sì: fino al 2033 almeno quest'agevolazione è ormai "bruciata".

Si spera che un destino analogo non coinvolga anche altri bonus, come ad esempio l'Ecobonus, riconfermato nel 2025 ma con nuove disposizioni.

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