Bonus Mamme: esonero contributivo fino a 3mila euro all'anno

L'importante misura sul bonus mamme, parte integrante del pacchetto natalità promosso dal governo Meloni, sarà erogata anche per il mese di gennaio. L'Inps, con una recente circolare, specifica che la somma sarà destinata alle lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato con almeno due figli. Questo provvedimento, rientrante nella legge di Bilancio, è fortemente sostenuto dalla premier Giorgia Meloni come un modo per riconoscere il contributo sociale delle madri e per sfatare l'idea che la natalità possa rappresentare un ostacolo per il lavoro. 

L'agevolazione consiste nell'esonero della contribuzione previdenziale (9,19% della retribuzione) fino a un limite di 3mila euro all'anno per le lavoratrici con almeno tre figli fino al 18esimo anno dell'ultimo figlio. Inoltre, per il 2024, l'agevolazione sarà estesa, in via sperimentale, anche alle mamme con almeno due figli fino al compimento del decimo anno dell'ultimo figlio. Questo beneficio sarà applicabile alle dipendenti del settore pubblico e privato, così come a quelle del settore agricolo, mentre le lavoratrici domestiche ne saranno escluse. 

Sarà valido anche per i contratti di apprendistato e per il lavoro in somministrazione. L'agevolazione entrerà in vigore con la nascita del secondo figlio nel corso del 2022 e del terzo nel 2025 e 2026. Il beneficio terminerà con il compimento del diciottesimo anno dell'ultimo figlio per le mamme con tre figli e al decimo anno dell'ultimo figlio nel 2024 per le lavoratrici con due figli. È importante segnalare che sarà necessario informare l'Inps riguardo al numero dei figli e al loro codice fiscale, sia direttamente sia tramite il datore di lavoro. 

L'importo massimo dell'esonero sarà di 250 euro al mese, in linea con il taglio di sei punti previsto dalla legge di bilancio per i lavoratori la cui retribuzione non supera la soglia massima di 2.692 euro. L'Inps precisa che l'esonero non influenzerà l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche e che, in quanto riferito unicamente alla quota di contribuzione a carico della lavoratrice madre, non rientra nella categoria di aiuto di Stato.

(Redazione)