Negli ultimi anni, la ricerca del rendimento ha occupato stabilmente la mente di quei cittadini italiani che possono permettersi di risparmiare ed investire le proprie disponibilità finanziarie.
Già perché tante persone, questo problema, purtroppo non lo hanno, avendo seri problemi a far quadrare il bilancio familiare.
Chi però ha la possibilità di investire, si è trovato nella condizione di doversi ingegnare per andare alla ricerca di rendimenti decenti.
Bond Paesi Emergenti: quali rischi si corrono
Quello che, un tempo, era il porto sicuro dei titoli di Stato, ha cessato di esserlo.
O ci si accontentava dei magri tassi di interesse offerti, oppure ci si doveva rivolgere altrove. Questo, prima che la dinamica dei tassi di interesse cambiasse, in seguito alle mutate condizioni macro economiche. Non che adesso i rendimenti siano stellari, ma qualcosa in più si riesce ad ottenere, dalle nuove emissioni.
Chi cerca rendimenti superiori e vuole rimanere in ambito obbligazionario, può rivolgersi al mercato dei bond emergenti, consapevole del fatto che, a tassi di interesse offerti decisamente più sostanziosi, corrispondono rischi da correre altrettanto elevati.
Questa è la semplice legge di mercato: chi emette un bond per finanziarsi e non può essere considerato affidabile al 100%, per invogliare la sottoscrizione del proprio debito deve, obbligatoriamente, corrispondere un interesse superiore a quello di mercato.
Altrimenti, nessuno si assume un rischio se non ha una contropartita in termini di remunerazione.
Ecco, quindi, se si vuole investire sui bond emergenti occorre valutare il rischio Paese, inteso non solo da un punto di vista economico, ma nella sua globalità. C’è poi il rischio cambio, considerando l’emissione in valuta diversa dall’euro (e, sappiamo bene che il tasso di cambio può avere oscillazioni decisamente importanti).
Va valutata anche la situazione geo-politica del Paese in questione, il suo piano di sviluppo, l’utilizzo che verrà fatto del debito emettendo, la presenza nel territorio di materie prime e risorse energetiche.
Insomma, ci sono tanti aspetti da tenere in considerazione al fine di investire in modo consapevole (sapendo che comunque, anche se si sono fatti bene i compiti, l’imponderabile esiste e il rischio è sempre dietro l’angolo).
Bond Paesi Emergenti: le opportunità
Dietro ogni rischio, c’è sempre un’opportunità.
E viceversa. La scelta del titolo, del Paese, della valuta sui quali investire, è estremamente importante. Certo, quando arriva il giorno dello stacco cedolare e si vede l’accredito sul conto corrente, un bel sorriso sorge spontaneo. Già, perché il giorno del pagamento degli interessi, è quello in cui si vedono, materialmente, i frutti del rischio che si sta correndo.
Tasso nominale e cambio sono i due elementi cui occorre prestare attenzione.
Mentre il tasso è noto sin dall’inizio, discorso diverso invece riguarda il cambio valutario che può rivelarsi positivo o negativo. Ergo, c’è anche la possibilità, in caso di momento favorevole, di avere un rendimento extra.
Torniamo però coi piedi per terra e contestualizziamo sempre l’investimento in bond emergenti all’interno di una strategia e pianificazione finanziaria.
Meglio sempre essere più prudenti. Nel caso, per limare il rischio, anziché investire su un singolo bond, si può optare per un ETF o un fondo di investimento.
Così facendo, ci si affida ad una gestione che va a posizionarsi su una pluralità di titoli e non su uno solo. Se va in default un titolo su cento è un discorso, se va in default l’unico bond che si ha in portafoglio, è un bagno di sangue. La diversificazione, è sempre un’ottima alleata, in qualsiasi contesto finanziario.
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