Elon Musk, uno degli uomini più ricchi del mondo, ha subito una sconfitta importante ed inaspettata che ha colpito direttamente le sue tasche. Un giudice della Court of Chancery del Delaware ha respinto il pacchetto di compensi del valore record di 55,8 miliardi di dollari che il consiglio di amministrazione di Tesla aveva stabilito per il suo CEO nel 2018. Secondo il magistrato, la decisione di erogare tale compenso era "profondamente difettosa", ed è stato ordinato a Musk di restituire i fondi, facendo così temere una drastica riduzione del suo patrimonio personale.
È possibile presentare un ricorso presso la Corte Suprema dello stato. Il caso, che ha preso il via nel 2022, è stato portato avanti da alcuni azionisti di Tesla, i quali ritenevano che il pacchetto di compensi fosse eccessivo e irragionevole. Durante il processo, si è fatto luce sulle polemiche riguardanti l'apparente sottomissione del consiglio di amministrazione di Tesla ai desideri di Musk. Al suo interno, infatti, siedono molti dei suoi più stretti collaboratori, compreso suo fratello. È insolito che un tribunale del Delaware, noto per la sua prossimità al mondo imprenditoriale, prenda una posizione così netta.
La decisione ha portato a riflessioni che vanno oltre il caso Tesla e Musk: secondo gli esperti, rappresenta un avvertimento per tutte le società contro la tendenza ad aumentare eccessivamente i compensi dei top executive attraverso premi, azioni e opzioni. Musk ha testimoniato a sua difesa, affermando che senza di lui e la sua azienda, Tesla, la rivoluzione dell'auto elettrica non sarebbe al centro delle strategie produttive globali. Alcuni membri del consiglio hanno affermato che era necessario garantire un compenso adeguato a Musk per mantenerlo concentrato su Tesla. Tuttavia, a seguito della sentenza sfavorevole, Musk si è espresso con rabbia sui social media, consigliando di non registrare la propria azienda nel Delaware, noto per la sua atmosfera favorevole agli imprenditori.
Il giudice del caso, Kathaleen St. J. McCormick, nonostante le proteste di Musk, ha concluso che è stato lo stesso Musk a determinare il suo compenso, grazie ad un consiglio di amministrazione eccessivamente compiacente. Inoltre, ha affermato che le informazioni fornite ai soci per votare e approvare il pacchetto erano "materialmente insufficienti". Di conseguenza, ha ordinato che l'intero pacchetto, definito "potenzialmente il più grande nella storia dei mercati", sia "annullato" e che sia concordata la restituzione del compenso eccessivo. Il pacchetto di compensi del 2018 era suddiviso in 12 tranche legate al raggiungimento di obiettivi specifici da parte di Tesla sotto la guida di Musk.
Quest'ultimo ha raggiunto tutti i target e ha visto il suo compenso superare i 50 miliardi di dollari. Il piano prevedeva inoltre l'acquisto di 304 milioni di azioni Tesla al prezzo prefissato di 23,34 dollari, con l'obbligo per Musk di mantenere le azioni per cinque anni prima di poterle vendere. L'annullamento del piano minaccia di ridurre notevolmente la fortuna di Musk, attualmente stimata intorno ai 200 miliardi di dollari e in gran parte legata alle azioni Tesla. Al momento, Musk detiene circa il 13% del gruppo, dopo aver venduto azioni per acquistare Twitter, e ha espresso il desiderio di acquistare ulteriori quote, fino a raggiungere il 25%.
(Redazione)