I rendimenti dei titoli di Stato nell'eurozona si sono stabilizzati poco sopra i minimi recenti. Il rendimento del BTP decennale è del 3,7210% rispetto al 3,6940% precedente, raggiungendo il minimo dal gennaio (ricordando che il massimo del 2012 è stato del 5,04% il 19 ottobre). Il rendimento del Bund a 10 anni è stabilito al 2,0220% rispetto al 2,0065% precedente, raggiungendo il minimo dal marzo (ricordando che il massimo del 2011 è stato del 3,02% il 4 ottobre).
La situazione è simile per i rendimenti dei titoli di Stato USA: il rendimento del T-Note a 10 anni è al 3,9090% rispetto al 3,8860% precedente, raggiungendo il minimo dalla fine di luglio (il massimo del 2007 è stato del 5,02% il 23 ottobre). Il rendimento del T-Bond a 30 anni è al 4,0200% rispetto al 4,0060% precedente, raggiungendo il minimo dalla fine di luglio (il massimo del 2007 è stato del 5,18% il 23 ottobre).
I rendimenti si sono mantenuti stabili intorno ai minimi raggiunti alla fine della scorsa settimana. Durante la settimana, Federal Reserve e Banca Centrale Europea hanno tenuto le loro ultime riunioni del 2023, fornendo indicazioni diverse sullo scenario dei tassi. La Fed ha dichiarato di aver concluso la fase restrittiva e ha aperto la possibilità di un taglio dei tassi. La BCE è stata più prudente, sottolineando che, dopo la forte diminuzione degli ultimi mesi, l'inflazione potrebbe presto aumentare. Secondo alcune fonti, l'Eurotower non cambierà il suo atteggiamento prima di marzo, rendendo difficile ipotizzare un taglio dei tassi prima di giugno.
Attualmente, i future sull'euribor a 3 mesi prevedono un tasso del -0,25% a marzo. Nell'agenda macroeconomica di oggi, sono previsti l'indice IFO (fiducia delle imprese) tedesco e un intervento di Isabel Schnabel, uno dei principali rappresentanti della BCE. Da tenere d'occhio venerdì l'indice PCE americano, che è il parametro preferito dalla Fed per misurare l'inflazione.
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