BCE, crescita moderata e rischi all'orizzonte

09/01/2025 18:06

BCE, crescita moderata e rischi all'orizzonte

Dal bollettino mensile della BCE pubblicato stamattina emerge una situazione di incertezza per l'economa dell'eurozona. Nel terzo trimestre il PIL ha fatto segnare una crescita dello 0,4 per cento - meglio delle aspettative - soprattutto grazie all’aumento dei consumi, grazie in parte a fattori una tantum che hanno favorito il turismo estivo e in parte all’accumulo di scorte da parte delle imprese.

Le ultime indicazioni evidenziano tuttavia una perdita di slancio: il settore manifatturiero estende la contrazione mentre quello dei servizi vede un rallentamento della crescita. Le imprese investono meno a causa dello scarso stimolo della domanda e dell’elevata incertezza delle prospettive. Segnali di difficoltà anche per quanto riguarda il commercio internazionale con esportazioni deboli e i problemi di alcuni settori europei a rimanere competitivi.

Prospettive di crescita moderata

Le prospettive per i prossimi anni sono per un miglioramento dei tassi di crescita, anche se a ritmo più contenuto rispetto alle proiezioni di settembre. A dicembre lo staff economico della BCE prevedeva per il 2024 un PIL a +0,7%, a +1,1% nel 2025 e a +1,4% nel 2026, per poi rallentare a +1,3% nel 2027. Lo sviluppo dovrebbe essere sostenuto dai consumi, a loro volta favoriti da un mercato del lavoro che dimostra una buona tenuta. Il progressivo calo dei tassi di interesse sembra in grado di migliorare le condizioni di finanziamento, con effetti positivi sulle politiche di bilancio dei Paesi dell'Unione Economica, i quali beneficeranno del Next Generation EU fino alla scadenza del programma nel 2027.

I fattori di rischio

La forza dell'economia UE non è però tale da metterla al riparo dai rischi che il contesto internazionale propone. Tra questi le maggiori frizioni nel commercio internazionale con conseguente freno alle esportazioni e indebolimento dell’economia mondiale. Le tensioni geopolitiche potrebbero colpire la fiducia e impedire ai consumi e agli investimenti di recuperare al ritmo atteso. Inoltre la crescita potrebbe risultare meno dinamica del previsto se gli effetti ritardati dell’inasprimento della politica monetaria del 2022-2023 durassero più a lungo di quanto atteso. Da segnalare anche che le tensioni geopolitiche rischiano di rinfocolare l'inflazione attraverso i prezzi dell’energia e i costi di trasporto. Infine i fenomeni meteorologici estremi potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari oltre le aspettative.

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