L'offerta di scambio (Ops) da 10 miliardi sulle azioni BancoBpm proposta da UniCredit è stata respinta. Il consiglio di amministrazione di BancoBpm ha definito l'operazione "inusuale" e non rispecchiante le attuali e future condizioni della banca. Inoltre ha evidenziato un'elevata incertezza, data l'attuale impegno di UniCredit su Commerzbank in Germania, e il rischio di pesanti ricadute occupazionali.
Le critiche
BancoBpm ha sottolineato che l'Ops non è stata preventivamente concordata e ha criticato le condizioni finanziarie dell'offerta di UniCredit, in azioni, che prevede un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale di BancoBpm del 22 novembre, valorizzando i titoli a 6,65 euro. Questa scelta viene vista come uno "sconto implicito" del 7,6% rispetto al prezzo ufficiale di lunedì.
Il mercato, invece, sembra aver già superato la proposta e si aspetta un ritocco al rialzo. Non si sa ancora se e come UniCredit modificherà l'offerta, ma al momento, queste condizioni finanziarie sono ritenute "del tutto inusuali" e non riflettono la redditività e il potenziale di creazione di valore di BancoBpm.
I timori del cda
Il consiglio di amministrazione di BancoBpm ha inoltre evidenziato che l'offerta di UniCredit limiterebbe la flessibilità strategica della banca e lo spazio di manovra autonoma del management. Inoltre, l'offerta presenterebbe rischi per gli azionisti, tra cui l'incertezza legata alle manovre di crescita in Germania di UniCredit, che potrebbero portare a una "significativa diluizione dell'attuale esposizione geografica".
Le preoccupazioni riguardano anche l'eventuale fusione veloce prevista da Orcel, che porterebbe alla scomparsa dell'autonomia giuridica di BancoBpm, a discapito del brand e della concorrenza sul mercato bancario italiano. Infine, sono state sottolineate le sinergie di costo stimate da UniCredit, pari a 900 milioni di euro, più di un terzo della base costi di BancoBpm, che destano preoccupazioni sulle possibili ricadute a livello occupazionale e sociale.
Le prossime mosse di Unicredit
In ogni caso, BancoBpm ha affermato che non trascurerà alcuna opzione strategica che possa contribuire all'obiettivo di creare valore per gli azionisti e tutti gli altri stakeholders. Ora, si attende la mossa successiva di UniCredit, che entro metà dicembre presenterà a Consob il documento di offerta. Intanto, cercherà di ottenere gli ok preventivi da Bce, Banca d'Italia, Ivass e Banca d'Irlanda. Successivamente, chiederà l'ok del Governo al "golden power". Si prevede che l'offerta sarà presentata nella primavera del prossimo anno, salvo colpi di scena.
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(Redazione)