Assegno Unico presto ritoccato negli importi per venire incontro alle famiglie numerose. Il Governo prosegue il suo lavoro nell?intento di aiutare i nuclei familiari più consistenti.
Supportare queste famiglie è fattibile solo rafforzando l?Assegno Unico o inserendo nella Legge di Bilancio 2025 nuove detrazioni fiscali per i figli a carico. Non ci sono altre vie, come confermato dal viceministro dell?Economia, Maurizio Leo.
Per questo motivo, il Governo sta lavorando sulla possibilità di un aumento degli importi del contributo, ma solo per le famiglie titolari di specifici redditi, più grandi numericamente.
L?idea è quella di innalzare gli importi a favore delle famiglie più bisognose, tagliandoli al contempo a quelle che rientrano nell?ultima fascia dell?Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE sopra i 45.000 euro) o ai nuclei che non hanno inoltrato all?INPS l?ISEE.
Scopriamo insieme quali sono le intenzioni dell?Esecutivo, di quanto potrebbe incrementare l?importo dell?Assegno Unico e quali sono i redditi interessati.
Prima, però, vi lasciamo al video YouTube di Bonus e Pagamenti per avere un'idea di come l'Esecutivo si sta orientando sul futuro della misura.
Assegno Unico, quali sono le intenzioni del Governo: importo minimo sotto 57 euro per figlio
Prima di vedere chi potrebbe beneficiare di un aumento dell?Assegno Unico, andiamo a vedere quali sono le intenzioni del Governo sulla misura. Secondo le ultime indiscrezioni trapelate in rete, la maggioranza è propensa a far salire gli importi del contributo, ma senza inserire un?ulteriore fascia di reddito per non rischiare di stravolgere la natura universale dell?Assegno.
Al vaglio del Governo ci sarebbe anche l?ipotesi di estromettere la misura dall?ISEE, ma per ora nulla di tutto ciò è confermato.
Ad accendere i riflettori sul destino dell?Assegno Unico è stata La Repubblica solo qualche giorno fa. Secondo il quotidiano nazionale, i vertici governativi sarebbero orientati ad un taglio dell?importo minimo dell?Assegno Unico, ora fisso a 57 euro, per le famiglie che hanno redditi superiori a 45.000 euro, o senza ISEE.
Le stesse potrebbero ricevere di meno nel prossimo futuro, intorno a 45-50 euro, in modo da poter destinare il di più risparmiato ai nuclei familiari bisognosi, composti anche da disabili.
Assegno Unico, a quanto ammonta il nuovo aumento e quali redditi interessa
L?ipotetico incremento dell?Assegno Unico non è stato ancora ufficializzato.
Anche se la maggioranza prosegue verso questa direzione con i piedi di piombo, le ipotesi parlano di una ridistribuzione delle risorse da una fascia di reddito all?altra per favorire le famiglie più bisognose, quelle a reddito basso, con a carico più figli ed economicamente disagiate.
Con ogni probabilità, il nuovo aumento dell?Assegno Unico interesserà le famiglie con tre o più figli, ma non sarà molto sostanzioso: si parla di una decina di euro al mese in più, per ogni figlio a carico, nel rispetto dei requisiti previsti per l?accesso alla misura.
Perché il Governo pensa ad una rivisitazione degli importi dell?Assegno Unico
La probabile rivisitazione da parte del Governo dell?Assegno Unico potrebbe essere una diretta conseguenza della procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea nei confronti dell?Italia.
Il fulcro della disputa è il requisito dei due anni di residenza imposto ai cittadini stranieri per poter accedere al sostegno economico.
Una condizione che, secondo Bruxelles, violerebbe le normative comunitarie sulla parità di trattamento.
La controversia potrebbe presto essere sottoposta al vaglio della Corte di Giustizia dell?Unione Europea, il che spingerebbe il nostro Paese a rivedere i criteri di accesso all'Assegno unico, al fine di evitare pesanti sanzioni e garantire un adeguamento agli standard europei in materia di diritti sociali e inclusione.
Per scongiurare una possibile condanna da parte dell'Unione Europea entro il prossimo anno, dunque, è necessario rimettere le mani sull'Assegno unico, adottando una nuova formula.
Tra le ipotesi al vaglio, oltre alla rimodulazione degli importi, fa capolino la possibilità di ampliare la platea dei beneficiari, includendo anche i lavoratori transfrontalieri assunti in Italia.