Airbnb volta pagina. La cautela è d'obbligo visto che il turismo si era già lasciato alle spalle la pandemia di coronavirus, così sembrava, nel terzo trimestre dello scorso anno, ma il successivo emergere della variante Omicron aveva rovinato le feste di Natale.
Tuttavia Airbnb può oggi festeggiare un record storico. Per la prima volta dalla sua fondazione nel 2008, infatti, la società di San Francisco ha superato i 100 milioni di pernottamenti (Nights and Experiences è la definizione precisa usata da Airbnb) in un trimestre.
Il turismo è davvero tornato.
Pandemia alle spalle per Airbnb
Non solo. Nei primi tre mesi del 2022, Airbnb ha registrato un rimbalzo delle prenotazioni lorde del 73% rispetto al primo trimestre 2019. "A due anni dall'inizio della pandemia, Airbnb è sostanzialmente più forte che mai", ha dichiarato la società creatrice dell’omonima piattaforma per la condivisione di appartamenti tra privati.
Parole che possono risultare vuota propaganda ma che per Airbnb hanno un significato profondo, perché il Covid-19 ha davvero rivoluzionato il suo business.
Pandemia alle spalle e Airbnb fa record storico di pernottamenti
"Sta accadendo qualcosa di più grande di un rimbalzo dei viaggi.
Il mondo sta attraversando una rivoluzione nel modo in cui viviamo e lavoriamo. Tecnologie come Zoom consentono di lavorare da casa. E Airbnb consente di lavorare da qualsiasi casa. Milioni di persone ora possono fare viaggi più frequenti, più lunghi, viaggiare in più località e persino vivere ovunque grazie a Airbnb".
Così Airbnb spiegava quanto la pandemia avesso cambiato il suo modello di business, in positivo, e lo faceva già in occasione della presentazione dei risultati del terzo trimestre 2021, che era stato da record.
Per Airbnb rimbalzo prenotazioni del 73% sul 2019, prima della pandemia
E da record, dopo la pausa dell'Omicron, è stato anche il primo trimestre 2022.
Airbnb ha registrato 102,1 milioni di pernottamenti, contro i 100,8 milioni del consensus di FactSet. Le prenotazioni lorde sono rimbalzate del 67% annuo (71% al netto dei corsi valutari) a 17,2 miliardi di dollari, contro i 16,6 miliardi stimati dagli analisti. Certo il bilancio si chiude ancora in rosso, ma le perdite sono calate da 292 milioni di dollari del primo trimestre 2019 (e dagli 1,2 miliardi di un anno fa) a soli 19 milioni.
Il rosso per azione si è limitato a 3 centesimi contro i 25 centesimi del consensus di FactSet. I ricavi sono cresciuti da 887 milioni a 1,50 miliardi (80% in più rispetto a tre anni prima), contro gli 1,45 miliardi attesi dal mercato.
Fonte: FTA Online