Le pressioni inflazionistiche nell’Area Euro hanno evidenziato un rallentamento mentre in Italia il picco non è ancora stato raggiunto.
I risultati nell’Eurozona
A metà della seduta di Borsa, l’Eurostat ha pubblicato le stime flash relative all’inflazione nel mese di novembre nell’Area Euro con risultati che hanno sorpreso e sembrano incoraggianti. Infatti, il tasso di inflazione su base annuale è aumentato del +10% contro attese ferme al +10,4% a/a e un dato precedente al +10,6% a/a.
Su base mensile l’indice dei prezzi al consumo ha mostrato una flessione del -0,1% rispetto al +1,5% dello scorso mese mentre l’indice Core (che esclude i panieri degli energetici e degli alimentari) è cresciuto in linea con le attese del consensus al +5% a/a.
I panieri di beni che hanno mostrato l’incremento maggiore risultano quelli energetici (34,9%) cibo, alcool e tabacchi, (13,6%) e dei beni industriali non-energetici (6,1%).
Le stime sono in contrasto con le recenti parole del Governatore della BCE Christine Lagarde che aveva avvertito che l’inflazione era lungi dall’aver raggiunto il picco.
I risultati in Italia
Nel Belpaese, invece, i prezzi continuano a crescere e lo confermano le statistiche preliminari di novembre pubblicate dall’ISTAT questa mattina. Infatti, si stima che l’inflazione su base annuale possa aumentare nel mese in corso del +11,8%, come nel mese precedente anche se le previsioni erano ferme al +11,3% a/a, e attestarsi quindi ai livelli più alti dal 1984.
Su base mensile i dati mostrano una crescita del +0,5%, in deciso rallentamento rispetto al +3,4% del valore precedente.
I prezzi dei beni energetici non regolamentati hanno mostrato un leggero rallentamento (dal +79,4% al +69,9%) così come quelli degli alimentari non lavorati (dal +12,9% al +11,3%) e dei servizi relativi ai trasporti (dal +7,2% al +6,8%). Al contrario, quelli dei beni energetici regolamentati (dal +51,6% al +56,1%) e degli alimentari lavorati (dal +13,3% al +14,4%) continuano ad accelerare.
L’indice Core (o inflazione di fondo) è aumentato su base annuale dal +5,3% di ottobre al +5,7%.
Di conseguenza, alla luce dei dati preliminari, sembra che l’inflazione in Italia debba ancora toccare lo zenit nonostante la già brusca accelerazione di ottobre.
Gli effetti sui mercati
Dopo la pubblicazione dei dati il cambio EUR/USD sale di 22 pips fino al picco di 1,0380 per poi ritracciare e scendere sotto i livelli pre-pubblicazione a 1,0352.
I mercati azionari, invece, restano poco mossi con l’Italy 40, il Germany 40 e il France 40 che si muovono lateralmente in cerca di una direzione consolidata.
Le previsioni
I dati aggregati a livello europeo potrebbero mettere ulteriore pressione sul Consiglio Direttivo della BCE in modo che questo possa deliberare un aumento da 50 punti base nella sua prossima riunione prevista per il 15 dicembre rispetto a quello da 75 punti atteso dal mercato. Se questo avvenisse i mercati potrebbero esultare con grossi acquisti sull’azionario soprattutto europeo. In tal caso l’eurodollaro a fine anno potrebbe evidenziare un segmento ribassista verso target ipotizzabili a 1,01.
A cura di Federico Vetrella, Market Strategist di IG Italia