Il quadro della situazione
L'analisi macro degli esperti della BCE riportata nel Bollettino Mensile pubblicato stamattina parte dal rallentamento del PIL eurozona nel secondo trimestre, in crescita dello 0,2% dopo il +0,3% registrato nei primi tre mesi del 2024. L'indebolimento è stato determinato dalla flessione degli investimenti delle imprese e dell'edilizia, a loro volta causati da minori consumi delle famiglie. Il settore servizi continua a trainare l'economia, sovraperformando industria e costruzioni. Sul fronte occupazione piccoli segnali di riduzione della domanda di manodopera ma al momento la situazione è stabile con il tasso di disoccupazione fermo al 6,4%.
Prospettive di crescita in lieve riduzione
In una prospettiva di breve termine la situazione è leggermente meno dinamica rispetto alle proiezioni macroeconomiche elaborate dagli esperti dell?Eurosistema a giugno 2024. Si vedono segnali incoraggianti (anche se meno rispetto a tre mesi fa) sul fronte dei consumi grazie alla solida base salariale e alla crescita degli indici di fiducia. Continuano però a latitare gli investimenti. Su questo ultimo punto potrebbe però agire la politica monetaria, con i primi due tagli dei tassi decisi dalla BCE a giugno e settembre. Da segnalare anche le buone prospettive per le esportazioni dell?area dell?euro.
Inflazione in crescita nel breve, poi giù verso il target
Sul fronte inflazione assistiamo al prosieguo del processo di rientro verso l'obiettivo del 2%. La stima preliminare del mese di agosto vede l'indice dei prezzi al consumo a +2,2%, grazie soprattutto al calo del capitolo energia. Il percorso sembra quindi segnato ma attenzione: nell'ultima parte dell'anno potremmo assistere a un leggero aumento a causa degli effetti base della componente energetica per poi riprendere la discesa verso il 2%, obiettivo che dovrebbe essere raggiunto a fine 2025.
I rischi al ribasso per l'economia
La valutazione dei rischi per la crescita economica conferma l'orientamento al ribasso. Le tensioni geopolitiche potrebbero mettere in forse la tenuta delle esportazioni, uno dei capitoli del PIL che come visto sopra stanno contribuendo maggiormente alla crescita. Un acuirsi dei contrasti minerebbe infatti la fiducia di famiglie e imprese tagliando le gambe al commercio internazionale. Altri fattori di rischio sono rappresentati da eventuali effetti ritardati della manovra restrittiva della BCE e dai fenomeni meteorologici estremi.
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