CAPITOLO 9 - IL DIBATTITO ANALISI TECNICA - EFFICIENZA
9.2.4 I risultati di un sistema complesso di trading rules
A questo punto della rassegna della letteratura sulle verifiche dirette dell'efficienza
debole dei mercati azionari, può essere interessante riportare una critica provienente
da uno studio di Joy e Jones 1 sulla correttezza di tali
verifiche; innanzitutto si ravvisa una mancata piena corrispondenza tra efficienza in forma
debole ed analisi tecnica.
Si afferma infatti che l'analisi della serie storica dei prezzi passati è solo una
delle forme in cui si può esprimere l'analisi tecnica e comunque il ruolo della serie
di prezzo per l'analista non è così semplicistico come le verifiche della
letteratura lo fanno apparire (è evidente il riferimento alle filter rules).
Un esempio può essere rappresentato dalla valutazione congiunta di prezzi e volumi,
caratteristica frequente delle analisi tecniche, e mai presa in considerazione nelle
verifiche dell'efficienza debole, forse per una maggiore difficoltà nell'acquisizione
di dati.
Allo stesso modo tanti altri strumenti utilizzati nell'analisi tecnica non sono stati
verificati, sminuendo in tal modo la portata delle conclusioni sull'efficienza.
Anche in risposta a questa critica presentiamo le risultanze di uno studio pubblicato nel
1988 da Pruitt e White 2; tale lavoro si caratterizza
infatti per una precisa applicazione al mercato americano di un semplice trading
system, che costituisce una perfetta sintesi delle metodologie di analisi tecnica
più diffuse ed utilizzate.
Gli autori partono proprio dal presupposto che le verifiche riportate in precedenza avevano
tralasciato aspetti molto importanti che l'analisi tecnica prende invece in considerazione;
si riferiscono in modo particolare al ruolo del volume delle contrattazioni, che in molti
studi 3 si è dimostrato essere importante per la
determinazione delle future variazioni di prezzo, ed all'utilità degli indicatori
di forza relativa 4.
Per questo lo studio di Pruitt e White tenta di determinare direttamente
5 la profittabilità di un trading system
multiplo che incorpora appunto prezzo, volume ed indicatori di forza relativa.
Il sistema automatizzato, identificato dall'acronimo CRISMA che rappresenta
effettivamente le sue componenti (Cumulative volume, RelatIve
Strenght, Moving Average), è un test totalmente
ex-ante; ciò significa che le regole utilizzate nel sistema erano perfettamente
conosciute anche durante il periodo utilizzato per l'analisi e quindi la verifica effettuata
non si espone alle frequenti critiche di selection bias nei risultati.
Ma vediamo nel dettaglio in che cosa consiste il trading system utilizzato.
I titoli target per l'acquisto vengono identificati sulla base di una tripla
conferma: innanzitutto la media mobile a 50 giorni deve intersecare dal basso verso
l'alto la media a 200 giorni, e quest'ultima deve evidenziare una pendenza positiva;
in secondo luogo il grafico che compara la forza relativa del titolo rispetto allo
S&P 500 deve evidenziare un'inclinazione positiva o per lo meno nulla a partire
dalle precedenti quattro settimane; questo filtro assicura che la recente performance
del titolo sia stata almeno pari a quella del mercato nel suo complesso.
Infine la terza condizione impone che il grafico dell'On Balance Volume
6 abbia una pendenza positiva; la giustificazione
teorica risiede nella considerazione, supportata empiricamente, che gli aumenti nei volumi
di transazione sono associati ad incrementi nei livelli di prezzo.
Se queste tre condizioni sono soddisfatte, un titolo azionario viene acquistato quando il
prezzo raggiunge il 110% del livello stabilito dall'incrocio tra le medie a 50 e 200
giorni; questo ulteriore filtro del 10% è volto a ridurre la probabilità
di falsi segnali.
Le azioni acquistate sono vendute quando il prezzo scende al di sotto della media a 200
giorni oppure sale al di sopra del 120% del livello individuato dall'incrocio delle medie
a 50 e 200 giorni.
La ricerca di Pruitt e White prende in esame tutti i titoli inclusi nelle banche dati
Center for Research on Securities Prices (CRSP) dell'Università di Chicago
che rispettano le tre condizioni suddette, a partire dal 1976 e fino al 1985, per un
totale di 204 azioni.
La durata media delle operazioni si è attestata a 24,4 giorni, la durata mediana
a 18 giorni; il periodo di detenzione più lungo è stato pari a 113 giorni,
il più corto 2 giorni.
Inoltre, al fine di rimanere assolutamente fedeli alla natura ex-ante della
verifica, gli autori contabilizzano tutti gli acquisti e le vendite al prezzo di
chiusura successivo rispetto al giorno dell'effettivo segnale di compravendita del
sistema.
I risultati ottenuti sono decisamente a favore della profittabilità dell'analisi
tecnica; anche considerando costi di transazione nell'ordine pari a 0, 0.5%, 1% e 2%,
il CRISMA trading system sovraperforma nettamente una semplice strategia buy
& hold.
Infatti l'extraprofitto lordo varia dal 26.65% al 35.65% annuo composto a seconda del
modello per la generazione dei rendimenti utilizzato; l'extraprofitto al netto di costi
di transazione molto elevati, pari per ipotesi al 2% per operazione, varia tra il 6.13%
ed il 15.13% annuo composto.
Tutti questi risultati si dimostrano significativi anche dal punto di vista statistico.
Viene analizzato inoltre anche il numero di operazioni profittevoli rispetto al totale,
per verificare se il CRISMA trading system raggiunge risultati migliori rispetto
a quelli ottenibili per semplice casualità; la verifica statistica, anche dopo
costi di transazione del 2%, dimostra inequivocabilmente con un livello di confidenza
del 95%, che il trading system offre un numero di successi sensibilmente
superiore a quanto atteso.
In conclusione quindi i risultati dello studio di Pruitt e White dimostrano che il
CRISMA trading system riesce sistematicamente a sovraperformare la strategia buy
& hold per un significativo periodo di tempo, ed anche dopo l'aggiustamento per il
rischio ed i costi di transazione.
Inoltre anche di fronte alle frequenti critiche di eccessiva arbitrarietà mosse alle
strategie di analisi tecnica, questo studio esce del tutto indenne, dal momento che tutti
i filtri utilizzati sono basati completamente su risultati di ricerche empiriche di matrice
accademica.
Tutto questo non è peraltro ancora sufficiente a superare le considerazioni di tutti
quei ricercatori, tra cui lo stesso Fama 7, che ammettono
l'esistenza di regole molto profittevoli sulla base di un determinato set di dati,
ma che poi falliscono decisamente di fronte ad una verifica su di un set di dati
successivo.
Proprio per rispondere a questa critica gli stessi Pruitt e White hanno pubblicato un nuovo
studio 8 cinque anni dopo, per aggiornare i risultati del
CRISMA trading system con le informazioni addizionali che evidentemente non erano
disponibili al tempo della preparazione dell'articolo originale.
Se il CRISMA trading system dovesse continuare a produrre operazioni di successo, vi
sarebbe una nuova e convincente prova dell'inefficienza dei mercati azionari e della
capacità da parte degli investitori di battere il mercato utilizzando un
sistema complesso di regole tecniche.
Naturalmente la metodologia operativa utilizzata è la stessa.
Il campione di titoli utilizzato per questo nuovo studio consiste in 148 azioni individuate
dal CRISMA tra il primo gennaio 1986 ed il trentuno dicembre 1990; il periodo di
detenzione medio e mediano risulta essere pari rispettivamente a 23.5 e 21.0 giorni, il
periodo massimo risulta essere 102 giorni ed il minimo un giorno
9.
In questa ricerca il periodo d'analisi è stato suddiviso in due parti (gennaio '86
- maggio '88; giugno '88 - dicembre '90) per riflettere la conoscenza da parte del mercato
del CRISMA trading system (prima e dopo la pubblicazione dell'articolo), soprattutto
in riferimento ad alcune considerazioni 10 che
suggerivano in modo insolito l'impossibilità da parte del mercato di scontare nei
prezzi sistemi d'intervento sconosciuti.
Ovviamente il fallimento del mercato nell'incorporare il contenuto informativo del CRISMA
trading system a seguito della sua applicazione suggerirebbe l'inadeguatezza sostanziale
dell'ipotesi di efficienza dei mercati azionari.
Ed infatti il sistema complesso di trading rules continua nettamente a sovraperformare
una semplice strategia buy & hold sull'intero periodo 1986-90; gli extrarendimenti
lordi variano tra il 22.28% ed il 26.45% annuo composto, mentre gli extrarendimenti al netto
di costi di transazione al 2%, si attestano tra il 5.18% e l'1.00%.
Sebbene gli extrarendimenti medi evidenzino un ridimensionamento di circa il 5% rispetto
alla ricerca del 1988, ciò non ha nessuna implicazione sul valore del CRISMA
trading system; in realtà invece la maggior parte dei successi del sistema nel
periodo 1986-90 si hanno dopo la pubblicazione originale della ricerca nel 1988.
Anche nell'analisi della percentuale di operazioni profittevoli non vi è traccia
della presunta perdita d'efficacia del sistema nel tempo; il test statistico utilizzato
dimostra che anche in presenza di costi di transazione del 2% vi è una
probabilità inferiore all'uno percento che i risultati raggiunti siano frutto
del caso.
Gli ottimi successi del CRISMA trading system evidenziano chiaramente che l'effettiva
inconsistenza dell'ipotesi di efficienza dei mercati azionari originariamente avanzata nel
1988 non costituisce un caso unico e irripetibile.
1 O.M. Joy C.P. Jones,
Should we believe the tests of market efficiency?, The Journal of Portfolio Management , Summer (1986).
2 Stephen W. Pruitt, Richard E. White,
The CRISMA Trading System: Who says technical analysis can't beat the market?, The Journal of Portfolio Management, Spring (1988).
3 Tali studi suggeriscono la presenza di una correlazione positiva tra valore assoluto della variazione di prezzo e cambiamenti nel volume di contrattazione; si veda in particolare Epps T.,
Security Price Changes and Transaction Volumes: Theory and Evidence, American Economic Review (1975); Smirlock M. Starks L.,
A Further Examination of Stock Prices Changes and Transaction Volume, Journal of Financial Research (1985). Per il maggior valore informativo dell'analisi congiunta prezzi-volumi si veda Rogalski R.,
The Dependence of Prices and Volume, Review of Economics and Statistics (1978).
4 L'utilità dell'indicatore di forza relativa è documentata, così come l'esistenza di una certa persistenza nei prezzi, in Bohan J.
Relative Strength: Further Positive Evidence, The Journal of Portfolio Management Fall (1981).
5 Questo è coerente con le critiche di Joy e Jones (vedi nota ), che avevano criticato la maggior parte delle verifiche empiriche per essere del tutto indirette, in quanto non determinano il rendimento effettivo della strategia; la verifica di Pruitt e White è precisamente diretta e non di natura correlativa.
6 L'On Balance Volume è un indicatore di tipo cumulativo che somma i volumi di contrattazione nelle giornate positive (prezzo di chiusura > prezzo di apertura) e li sottrae nelle giornate negative (prezzo di apertura>prezzo di chiusura). A questo proposito si veda anche il capitolo 8.2.
7 Fama E.,
Foundations of Finance, Basic Books New York (1976).
8 Stephen W. Pruitt, Richard E. White, K.S.Maurice Tse,
The CRISMA Trading System: The Next Five Years, The Journal of Portfolio Management, Spring (1992).
9 I valori ottenuti sono molto simili alla ricerca del 1988. Anche in questo caso l'effettiva transazione è calcolata al prezzo di chiusura del giorno successivo al segnale fornito dal
CRISMA.
10 Miller E.,
Atomic Bombs the Depression and Equilibrium, The Journal of Portfolio Management, Summer (1990).