CAPITOLO 6 - I GRAFICI

6.2.1 Differenza tra il grafico a barre e il Point & Figure

     La differenza tra grafico a barre e grafico point & figure risulta evidente; il primo viene disegnato ad intervalli determinati, indipendentemente dal fatto che siano state o meno registrate variazioni dei prezzi, mentre un nuovo simbolo tracciato in un grafico punto e croce corrisponde sempre ad una variazione di prezzo di un determinato ammontare.
L'asse temporale non è quindi presente in questo secondo tipo di grafico, e se si pone sull'asse orizzontale una scala dei tempi (rilevando ad esempio la data di inizio/fine di una tendenza), questa non è lineare.
Esiste dunque lo svantaggio della mancata conoscenza di come si muove il prezzo in funzione del tempo; per contro vengono visualizzate nel point & figure zone importanti di supporto e resistenza che si riscontrano con minore evdienza sul bar-chart.

     In secondo luogo i due tipi di rappresentazione grafica differiscono anche per un diverso grado di oggettività; con il metodo Point & Figure l'analista può regolare, secondo la sua esperienza, oltre che secondo la variabilità della serie storica sottostante, l'ampiezza dei box e di conseguenza la sensibilità del grafico alle fluttuazioni di prezzo.
Scegliere infatti il valore del box significa stabilire che quella variazione conferma la tendenza in atto.
Allo stesso modo deve essere determinato il numero minimo di box d'inversione (generalmente tre), il che significa ammettere che una correzione dei corsi oltre un certo livello è da intendersi come un segnale di inversione di tendenza.

     In terzo luogo le conformazioni grafiche visibili su un grafico a barre sono più numerose rispetto al point & figure; è possibile infatti vedere island, gaps, key reversals,... non ravvisabili nel secondo tipo di grafico.
Per contro c'è il vantaggio di formazioni grafiche nette e facilmente individuabili.
Un altro strumento che risulta poco significativo nelle rappresentazioni a punto e croce è l'utilizzo delle medie mobili.