Tesla: between two waves.

Paolo Belvederesi Paolo Belvederesi - 25/01/2024 13:07

“Belvederesi, you are climbing on the glass”. Questo mi diceva la prof di inglese al liceo quando cercavo di abbozzare una risposta alle domande sui Canterbury Thales di Geoffrey Chauser.

Dopo tanti anni vorrei dire alla Prof che mai una persona inglese userebbe questa espressione che è semplicemente la traduzione letterale dell’espressione italiana “ti stai arrampicando sugli specchi”.

E allora veniamo al punto della questione di oggi. Il nostro caro Elon Musk, in conferenza stampa, ha tentato in tutti i modi di arrampicarsi sugli specchi, cercando risposte sensate ma per certi versi anche esilaranti.

Per salvare il suo ego che ultimamente vacilla un po’ dato che molti membri del consiglio di amministrazione stanno nutrendo serie preoccupazioni in merito alle sue dipendenze verso ogni forma di sostanza stupefacente, Elon Musk ha definito il periodo di stallo attuale in cui verte Tesla un periodo “between two waves”. Eh, sì perché’ dire che Tesla sta subendo una fase di oggettivo declino suona brutto, meglio proiettare fin da subito le aspettative di analisti e del mercato sulla prossima novità, un modello 2 la cui produzione inizierà nel 2025, modello che sarà diretto al mass market, e rappresenterà la nuova ondata di crescita per Tesla.

 

E invece no, caro Musk. Noi ci fermiamo sulla prima onda e te la facciamo vedere.

 

L’onda ha la forma del grafico sopra esposto. Essa tende ad abbassarsi con il passare del tempo evidenziando tassi di crescita che passano dal 90% ad un misero 21%....

E alla domanda dell’analista sulle prospettive di crescita futura di Tesla che, secondo Musk, avrebbe dovuto salire “per sempre” a tassi del 50% annuo, egli ha risposto “e’ intuitivo che non si possa crescere per sempre a tali tassi di crescita, perché’ è matematicamente impossibile dato il numero limitato delle persone nel pianeta”.

Bravo Musk, hai dato una risposta intelligente ed astuta, sei riuscito ad azzittire un giornalista. Ma io invece ti dico che se racconti una storia al mercato, poi la devi mantenere, perché’ se non lo fai, il mercato inizia a prezzare la Tesla in modo completamente diverso e si stanca di quotarla a 60X gli utili stimati a 12 mesi, cosa totalmente assurda dato che i competitors, tutti, quotano ad una media di 7X, ma molte aziende quotano a 3-5X gli utili.

 

 

La picture data da Musk ieri è semplice quanto deludente. Tesla non solo non crescerà mai piu’ a tassi del 50%, ma non crescerà nemmeno come è cresciuta nel 2023. Crescerà, forse, al 20%. 

 

Il titolo, ovviamente è sceso sul mercato AH, di circa un 6% che si è aggiunto al calo del 16% registrato da inizio anno.

Ma secondo noi di Zeygos c’è ancora spazio per una discesa. Un anno fa il titolo quotava a 160 USD, la società registrava tassi di crescita e margini più elevati. Ora il titolo quota a 200 USD con tassi di crescita prospettica inferiori e marginalità inferiore. 

 

Un ulteriore aggiustamento al ribasso è sulla carta.

 

Vero che il pricing di Tesla è un vero e proprio terno all’otto. Non ricordo in 25 anni di esperienza un titolo in cui le valutazioni e i target price presentino una tale dispersione, elevata a tal punto da rendere sostanzialmente insignificante qualsiasi target price sia calcolato e pubblicato dagli analisti. Si passa dai 24 USD di TP di GLJ research per passare ai 120 USD di BNP per una lunga lista di TP che viaggiano tra i 130 ed i 170 USD per poi passare nella lista degli ottimisti che pubblicano target price tra i 200 ed i 350 USD. Ovviamente l’analista piu’ ottimista sulla strett e’ quello di Morgan Stanley che ha un target price a 350 USD, rivisto recentemente al ribasso dai 380 USD a causa dei forti dubbi vantati sulla capacità dell’azienda di mantenere la marginalità. Ricordo che Morgan Stanley ha qualche miliardo di USD di titoli Tesla a garanzia del finanziamento dato a Musk per comprare X. Ha quindi un forte interesse che il titolo rimanga a valori elevati. E cosi un'altra lista di altre banche, tutte ovviamente ultra ottimiste sulle prospettive di Tesla, che, come Morgan Stanley hanno finanziato Musk nell’operazione X.

 

Dicevamo, il crollo di Tesla di ieri è stato limitato ad un mero 6%. Questo perché’ i margini registrati nel quarto trimestre dell’anno sono stati leggermente superiori alle attese e questo ha dato un po’ di conforto al mercato. Essi si sono attestati al 17.10% dal 16.7% mettendo fine (per ora) ad una sequenza al ribasso durata per diversi trimestri.

 

 

 

Ma se si fa un raffronto anno su anno si nota comunque che rispetto al quarto trimestre del 2022 i margini sono calati. Essi sono passati dal 24.3% al 17.1%. il prezzo medio di vendita delle Tesla è sceso di 8000 USD in 12 mesi a fronte di riduzioni di costi di produzione di soli 3000 USD. La matematica non è un’opinione.

Il taglio dei prezzi di vendita ha consentito a Tesla di mantenere elevati i volumi di vendita nel 2023. Essi sono passati da 1.2 milioni di auto nel 2022 ai 1.8 milioni di auto nel 2023. La crescita registrata è stata del 38%. Ma forse in pochi si ricordano che il target iniziale per il 2023 era di 2 milioni di veicoli poi rivisto in corso d’opera.

Ma per il 2024 Musk ha già avvertito la comunità finanziaria che “our vehicle volume growth rate may be notably lower than the growth rate achieved in 2023.”

Le proiezioni di crescita per il 2024 sono al 20%. Quindi sono attese vendite per 2.16 milioni di veicoli. (segnatevelo).

E allora qua arriviamo ad un punto cruciale dell’analisi.

Dobbiamo porci una semplice domanda: Sarà sufficiente al mercato un tasso di crescita del 20% per giustificare le valutazioni stratosferiche di Tesla?

Se la risposta è sì, allora Musk e Tesla sono salvi, perché’ abbassando il target di crescita, Musk sarà più rilassato sul fronte prezzi di vendita, non dovrà più ridurli per rispettare target di crescita irraggiungibili, li manterrà come sono (forse li alzerà anche un pochino) per mantenere i margini dove sono. E allora, forse, il mercato non venderà il titolo.

Ma se la risposta è NO, come dovrebbe, dato che il premio a cui quota Tesla sui competitor è imbarazzante, allora, mi spiace, ma il TP di Tesla è (almeno) 100 USD, anche se quello più realistico sarebbe attorno ai 30 USD, che rappresenterebbe un multiplo a premio rispetto all’industria delle auto, perché’, ricordiamolo, Tesla non è un titolo TECH, non è un azienda della robotica, come tende a vendersi per giustificare multipli elevati e l’inclusione in ETF di tipo Tech, ma è un’azienda che produce auto e come tale dovrebbe trattare.

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