Se potessi avere l’1% al mese

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 23/03/2023 11:56

Come sfidare l’incertezza sul settore bancario con una proposta che paga l’1% al mese fino al 50% di ribasso  

Passato il weekend più lungo dal 2008, sembrerebbe essere tornato il sereno sulle banche europee: il deal Credit Suisse-Ubs, conclusosi anche grazie all’intermediazione decisiva da parte della Banca Centrale Svizzera, sembrerebbe essere stato apprezzato dal mercato, dopo una reazione inizialmente fredda nella mattinata di lunedì. Le azioni Ubs, infatti, dopo un primo affondo anche sotto i 15 franchi, hanno infatti recuperato velocemente terreno chiudendo la giornata di martedì a 19,43 franchi, in rialzo di oltre il 13,5% dalla chiusura di venerdì. Dalla fusione nasce un colosso da 1.500 miliardi di dollari nel risparmio gestito e da 3.400 miliardi di dollari nel wealth management, con Davide Serra, AD di Algebris, che ha giudicato l’operazione “l’affare della vita” per Ubs, che ha aumentato proprio NAV del 70% in una notte. Di contro, Moody’s ha rivisto al ribasso l’outlook di Ubs da stabile a negativo, confermando il rating A-, evidenziando le “sfide finanziarie, culturali e di integrazione di franchising significative” alle quali andrà incontro la banca.

La risoluzione della crisi Credit Suisse ha riportato tranquillità anche sul resto delle banche europee, che avevano “approfittato” del contesto settoriale per effettuare una veloce e profonda correzione, dalla quale sono poi ripartite con prontezza: Unicredit, dopo aver toccato i massimi in area 20 euro, ha stornato fino a sotto i 15 colmando il gap up lasciato aperto dopo l’ultima trimestrale, prima di risalire sopra i 17 euro. Leggermente più contenuto (intorno al 15% circa) invece lo storno di Mediobanca, che si è anch’essa riportata sulle quotazioni di inizio gennaio, in area 9,2 euro; percorsi del tutto simili hanno seguito i pattern dei prezzi di Intesa e Banco BPM, con le banche italiane che si sono mosse praticamente all’unisono.

Qualora si volesse puntare sul bancario italiano approfittando della correzione di mercato, si segnala il Cash Collect Memory Step Down (ISIN: DE000VU2HX35, emittente Vontobel) scritto su un basket contenente le quattro banche sopra citate. Le barriere sui sottostanti risultano protettive: quella su Intesa in particolare è posta ad 1,1249 euro, al di sotto dei minimi del covid, nei cui pressi è posizionata anche la barriera su Mediobanca (4,81 euro). Leggermente più in alto invece le barriere su Unicredit e Banco BPM, azioni che hanno corso maggiormente negli ultimi mesi in scia agli ottimi numeri presentati, barriere che sono poste rispettivamente a 7,5155 euro e 1,9315 euro, comunque al di sotto dei minimi del 2022. Il prodotto paga l’1% mensile (dotato di effetto memoria, trigger premio posto al 50% dei rispettivi strike), corrispondente ad un rendimento annualizzato in condizioni di lateralità dei sottostanti pari al 14% circa, considerando anche il prezzo di acquisto attualmente pari a circa 97,5 euro. La durata del certificato è di poco inferiore ai 2 anni, con la possibilità, a partire dalla data di osservazione del 24 luglio 2023 e per le successive date a cadenza mensile, di rimborso anticipato del valore nominale, pari a 100 euro, qualora tutti i titoli rilevino al di sopra del 100% dei rispettivi strike price (il trigger autocallable decresce del 5% ogni sei mesi).

Nel caso in cui si arrivi alla data di osservazione finale del 24 gennaio 2025, il prodotto rimborserà il proprio valore nominale, oltre ad un ultimo premio pari all’1%, qualora Mediobanca, titolo peggiore che attualmente compone il paniere (al 96,24% dello strike price) non perda un ulteriore -48% circa dalla quotazione corrente. Al di sotto del livello barriera, il valore di rimborso del certificato verrà invece diminuito della performance negativa del titolo worst of, che verrà calcolata partire dallo strike price.
 

 

Report a cura di Pierpaolo Scandurra
www.certificatiederivati.it

 

 

 

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