Risiko bancario in vista?

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 29/02/2024 13:50

Un certificato di BNP Paribas che investe sulle tre principali banche italiane, con Unicredit sempre più al centro dell’attenzione

Prosegue il periodo d’oro per le banche italiane, che continuano a macinare e distribuire agli azionisti utili su utili, mantenendo al contempo una solida posizione patrimoniale dopo un decennio di continue ricapitalizzazioni (anche le maggiori banche come Unicredit non hanno fatto eccezione). Mentre si continua insistentemente a parlare di risiko bancario all’interno dei confini nazionali (i nomi che circolano maggiormente sono sempre quelli di Banco BPM, BPER e Banca MPS), le ultime indiscrezioni fatte circolare dal Foglio sembrerebbero spostare la partita anche su altri palcoscenici. Secondo tali voci, infatti, una banca d’affari internazionale avrebbe riaperto un dossier già sul tavolo nel 2021, che coinvolgerebbe due tra i principali attori del panorama finanziario italiano: Unicredit e Mediobanca. Piazza Gae Aulenti sarebbe infatti pronta ad acquisire Piazzetta Cuccia mediante un’offerta pubblica di scambio da oltre 12 miliardi di euro, che non incontrerebbe ostacoli né da parte della Banca Centrale Europea né tantomeno dal governo italiano e che porterebbe alla creazione di un gigante del credito a livello europeo. La notizia ha dato ulteriore linfa (qualora ve ne fosse stato bisogno) al comparto, spingendo Mediobanca su livelli che non venivano toccati dal 2008 e portando Unicredit a ritoccare ancora una volta i massimi di periodo in area 31 euro, anche qui su prezzi che non si vedevano dal lontano 2015, prima dell’aumento di capitale che aveva pesantemente diluito gli azionisti del febbraio 2017.

Restiamo dunque ancora fortemente ancorati al settore andando a vedere una delle ultime proposte in casa BNP Paribas: il Phoenix Memory Callable (ISIN: XS2712391734) scritto su un basket contenente Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco BPM e caratterizzato da barriere sui sottostanti poste al 50% dei valori di riferimento iniziali. Il prodotto paga un premio leggermente superiore all’1% mensile (1,03%, dotato di effetto memoria, con trigger premio posto al 50% dei rispettivi strike), corrispondente ad un rendimento annualizzato in condizioni di lateralità dei sottostanti pari al 12% circa, considerando anche il prezzo di acquisto attualmente leggermente al di sopra della parità (il prossimo premio verrà staccato in data 19 marzo 2024). La durata del certificato è di tre anni, con la possibilità, a partire dalla data di osservazione del 13 giugno 2024 e per le successive date a cadenza mensile, che l’emittente eserciti la facoltà di rimborso anticipato discrezionale (opzione callable). È questa una delle opzioni accessorie più apprezzate del momento, in grado di offrire agli investitori un rendimento aggiuntivo rispetto ai classici certificati autocallable, a patto di “cedere” tale maggiore spazio di libertà all’emittente.

Nel caso in cui si arrivi alla data di osservazione finale del 15 febbraio 2027, il prodotto rimborserà il proprio valore nominale, oltre ad un ultimo premio pari all’1,03%, qualora Intesa Sanpaolo, titolo peggiore che attualmente compone il paniere (al 105% circa dello strike price) non perda un ulteriore -52% circa dalla quotazione corrente. Al di sotto del livello barriera, il valore di rimborso del certificato verrà invece diminuito della performance negativa del titolo worst of, che verrà calcolata a partire dallo strike price iniziale.

Report a cura di Pierpaolo Scandurra
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