Protezione fino ad un -60% e rendimento del 13,2% annuo: un certificato efficiente sulle blue chip italiane

Francesca Fossatelli Francesca Fossatelli - 22/11/2023 16:50

Con il FTSE MIB che continua il suo trend rialzista (Total Return: +21% YTD e +6,22% nell’ultimo mese) e con Moody’s che lo scorso 17 novembre ha mantenuto il rating sull’Italia al gradino più basso, Baa3, migliorando però l’outlook da “negativo” a “stabile”, le blue chip italiane continuano a segnare nuovi massimi.

Le banche italiane sono state probabilmente le azioni italiane più interessanti nell’ultimo anno: Unicredit ha realizzato una performance del +84%, Banco BPM del +53%, Intesa del +18%. In un mondo a tassi alti, i bancari italiani sono riusciti a ottenere un forte aumento di redditi da interessi (ad esempio nell’ultima trimestrale il reddito netto da interessi di Unicredit ha segnato un +45% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente), contenendo i costi e allontanando lo spettro dei crediti deteriorati. Inoltre, i forti buy-back e i dividendi continuano a sostenere la crescita dei titoli. Anche i titoli legati al settore automotive, contro ogni aspettativa, hanno segnato ottimi rialzi in borsa grazie ad un forte aumento dei ricavi: Stellantis ha raggiunto il +26% nell’ultimo anno e Ferrari il +59%.

Personalmente ho sovrappesato molto le banche italiane nell’ultimo anno all’interno del mio portafoglio in certificati “Obiettivo Resilienza” (https://t.me/ObiettivoResilienza) tuttavia in questa fase trovo molto più complesso aprire nuove posizioni aggressive perché maggiore è il rialzo maggiore è il rischio di correzione, specialmente in questa fase in cui l’economia non sembra dare segnali di forte crescita futura (proprio la scorsa settimana, infatti, la Commissione Europea ha tagliato le stime di crescita per l’Eurozona per il 2023). 

Per questo preferisco operare in modo più prudente, preferendo ai certificati aggressivi dei certificati di investimento con un’ampia protezione del capitale (a meno di grandi occasioni di breve ad altissimo rendimento). 

Anche perché oggi avere un’ampia protezione del capitale non implica rinunciare al rendimento: i certificati sono strumenti che presentano un rischio di credito e beneficiano di un contesto a tassi alti offrendo rendimenti maggiori.

Perciò mi sono messa alla ricerca di certificati di investimento sulle azioni italiane con barriera di protezione del capitale elevata ma anche rendimento interessante, utilizzando CeDLab PRO con il metodo descritto in questo webinar: https://youtu.be/1xYayiUN-b4.

Tra i certificati più interessanti sulle azioni italiane con alto livello di protezione, c’è un certificato di nuova emissione già molto apprezzato dagli investitori: il XS2662110662.

Si tratta di un Memory Cash Collect Callable di Barclays (Rating S&P’s A+; Moody’s A1; Fitch A+) su Unicredit, Eni, Stellantis e Generali

La barriera premio è pari al 50% quindi il premio viene pagato se tutti i sottostanti non scendono di più del 50% (in più c’è l’effetto memoria che si attiva in caso di violazione della barriera premio). 

La barriera di protezione del capitale è posta al 40% del valore di partenza delle azioni, pertanto, se i sottostanti non scendono più del 60% dal si ha la protezione del 100% del valore nominale (100 euro). 

Il premio è elevato considerando il rischio: 1,1% al mese (13,2% p.a.).

Il certificato è callable quindi può essere richiamato a discrezione dell’emittente a partire dal terzo mese di vita (dal 16 febbraio 2024 ogni mese). Dunque il minimo rimborso, se il certificato venisse richiamato immediatamente a febbraio sarebbe di 103,3 euro per ogni certificato acquistato. 

Se non viene richiamato prima il certificato scade a novembre 2026 quindi tra 3 anni. 
Se arriva a scadenza il certificato pagherà in totale 139,6 euro, per un rendimento del 40% circa in 3 anni (13,2% annualizzato).

Per chi non ama gli autocall, i certificati callable possono essere un’interessante soluzione perché generalmente non vengono richiamati a meno che i sottostanti non abbiano realizzato un forte rialzo. Per questo tendono ad essere strumenti “da cassettista” adatti ad una strategia di “buy and hold” dove l’investitore acquista e porta lo strumento a scadenza.

Il certificato si acquista oggi leggermente sotto la pari a 99,95 euro quindi garantisce un leggero extra-rendimento sul capitale.

Al momento Generali e Eni sono leggermente sotto strike, Unicredit e Stellantis leggermente sopra strike. Generali è il worst-of (ossia il sottostante con la peggior performance) a -3,17% da strike. Per violare la barriera di protezione del capitale Generali dovrebbe realizzare un -59%, mentre per violare la barriera premio Generali dovrebbe realizzare un -48%. Dunque il buffer dalla barriera di protezione del capitale è del 59% e il buffer dalla barriera premio è del 48%.

Di seguito strike e barriere dei sottostanti, immagine tratta da CedLab PRO.

 

di Francesca Fossatelli
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