La protezione che paga sull’automotive

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 27/04/2023 09:28

Il nuovo Airbag con barriera al 60% emesso da Citi offre un rendimento annualizzato che si avvicina all’11%.

Torniamo oggi a parlare di uno dei settori che ha più sofferto durante la crisi pandemica, con i bilanci 2020 di molti player messi a dura prova prima da una contrazione della domanda e poi, ironia della sorte, da una sua ripresa fin troppo improvvisa e vigorosa: il comparto è quello automotive, che ha risentito in modo particolare dei problemi legati alla supply chain disruption, la quale ha costretto i big dell’auto ad una vera e propria corsa all’oro per appropriarsi dei preziosi semiconduttori, ormai divenuti necessari per la manifattura dei veicoli. Secondo una recente ricerca di EY, nel 2023 i colli di bottiglia dovrebbero allentarsi ulteriormente permettendo dunque di incrementare la capacità produttiva globale di automobili; non solo, memori di questa “lezione”, i principali player del settore stanno cambiando radicalmente approccio per quanto riguarda le catene di approvvigionamento, passando da una logica “just in time” ad una “inventory banking”, nonostante gli impatti che questo mutamento avrà sui rispettivi magazzini, che inevitabilmente assorbiranno una quantità di cassa superiore rispetto al passato.

Il secondo megatrend settoriale da tenere in considerazione, sebbene anche questa non sia propriamente una novità, è rappresentato dalla crescita dei veicoli elettrici, destinati a soppiantare nel lungo periodo le automobili tradizionali: ebbene, sempre secondo EY, la crescita stimata di questo segmento nel 2023 è pari al 61% in termini unitari negli Stati Uniti e di oltre il 50% in Europa, con le consegne di veicoli elettrici che dovrebbero andare al di sopra dei 2,8 milioni di unità nel Vecchio Continente. Meno rosee sono invece le prospettive in Cina, dove la crescita dell’elettrico dovrebbe attestarsi intorno al 20%, con le consegne di veicoli tradizionali che dovrebbero rimanere sostanzialmente flat rispetto al 2022.

Tra le novità più interessanti per investire sul settore troviamo il Phoenix Memory Airbag (ISIN: XS2581829103) emesso da Citi e scritto su un basket worst of composto da Ford, General Motors, BMW e Ferrari. Il certificato presenta premi condizionati (trigger premio posto al 60% degli strike price), pari allo 0,8333% a cadenza mensile (prossima data di rilevamento l’11 maggio 2023) fino alla scadenza del 19 aprile 2027 (durata massima dello strumento pari a quattro anni), per un premio annuo complessivo del 10%. Le barriere capitali sui sottostanti sono poste al 60% dei rispettivi strike price, con l’ulteriore elemento difensivo rappresentato dall’effetto airbag, che consente di ridurre significativamente la performance negativa del prodotto nel caso in cui uno dei titoli scendesse al di sotto della barriera capitale, oltre a conferire al certificato una maggiore tenuta del prezzo durante la sua vita: nei certificati dotati di tale effetto la performance negativa verrà infatti calcolata a partire dalla barriera e non dallo strike, per una significativa riduzione delle perdite in caso di evento barriera.

Nello specifico, in caso di un -50% del worst of Ford, la performance del certificato sarebbe pari ad “appena” il -22,43%, con un rendimento negativo del -53,46% in caso di un -70% di Ford, senza considerare i premi che verrebbero incassati durante la vita utile del certificato e che contribuiranno ad attutire ulteriormente la performance. Il prodotto potrà infine essere rimborsato anticipatamente, qualora tutti i titoli rilevino almeno in corrispondenza del 95% degli strike price a partire da gennaio 2024 e per le successive date di rilevamento a cadenza mensile (il trigger autocall è fisso). Il prodotto è acquistabile sul Cert-X ad un prezzo prossimo alla parità per un rendimento annualizzato pari al 10,8% y/y.

 

Report a cura di Pierpaolo Scandurra
https://www.certificatiederivati.it/

 

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