Il Certificato dell’Anno 2022 ha un nuovo erede

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 28/06/2023 12:07

BNP Paribas torna sul mercato con un nuovo certificato dalle barriere altamente conservative sulle tre principali banche commerciali italiane. Si tratta della terza versione del Certificato dell’Anno 2022

Il bancario (ed in particolare il bancario italiano) è stato uno dei settori che ha dato maggiori soddisfazioni agli investitori in certificati di investimento negli ultimi due o tre anni, nonché uno dei comparti più “coperti” dagli emittenti, grazie anche alle caratteristiche di questi titoli azionari (dividendi generosi e volatilità mediamente superiore agli altri titoli del mercato) che consentono di strutturare prodotti altamente appetibili per i risparmiatori in termini di protezione e di premi pagati. Ovviamente, i rendimenti generalmente positivi messi a segno dai certificati scritti su titoli bancari sono stati accompagnati dalle ottime performance registrate dai sottostanti: Unicredit ha visto crescere le proprie quotazioni di oltre il 160% dai minimi del 2022 (senza neanche prendere in considerazione i dividendi staccati nel periodo di tempo considerato), mentre rialzi più contenuti (ma pur sempre significativi) sono stati finora realizzati da Intesa Sanpaolo (+48%) e Banco BPM (+82%), con quest’ultima spesso al centro delle voci relative al consolidamento del settore.

Ed ecco che quando si parla di un qualsiasi settore che ha registrato performance borsistiche molto importanti nel recente passato, si distinguono due scuole di pensiero: la prima che suggerisce di continuare a cavalcare il trend in atto, la seconda che invece invita alla prudenza, nell’eventualità di una futura correzione. Un possibile compromesso tra queste due visioni può essere rappresentato dai certificati con barriere molto profonde su questi titoli (i cosiddetti Low Barrier), in grado di proteggere l’investitore da ribassi anche molto accentuati dei sottostanti. Uno dei migliori interpreti di questa tipologia di certificati è BNP Paribas, che è tornata sul mercato con una nuova emissione dedicata proprio alle tre maggiori banche commerciali italiane, riproponendo la fortunata struttura che nel 2022 è valsa al certificato avente ISIN NLBNPIT18VV7 il maggiore riconoscimento di “Certificato dell’Anno” secondo pubblico e giuria degli Italian Certificate Awards. Quel certificato, emesso in un contesto di maggiore volatilità ma di tassi di interesse più bassi, aveva come sottostanti i titoli Unicredit e Intesa Sanpaolo e proponeva cedole mensili dello 0,80% con barriera al 40%. Dato il forte rialzo dei due titoli bancari, è andato a rimborso anticipato già alla data di osservazione di novembre 2022, generando un rendimento complessivo del 6,4%. Ma vediamo ora che caratteristiche è in grado di offrire questa terza versione del “low barrier” sui bancari italiani. 

Il prodotto in questione è il Phoenix Memory (ISIN: XS2518250761) scritto su un basket contenente Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco BPM e caratterizzato da barriere sui sottostanti altamente protettive: quella su Intesa Sanpaolo in particolare è posta a 0,9546 euro, al di sotto dei minimi del covid, ed in prossimità dei minimi storici del titolo, toccati durante la crisi dei debiti sovrani (2011-2012). Leggermente più in alto invece le barriere su Unicredit e Banco BPM, azioni che hanno corso maggiormente negli ultimi mesi in scia agli ottimi numeri presentati, barriere che sono poste rispettivamente a 7,96 euro e 1,6036 euro, in prossimità dei minimi del 2022. Il prodotto paga un premio dello 0,82% mensile (dotato di effetto memoria, trigger premio posto al 40% dei rispettivi strike), corrispondente ad un rendimento annualizzato in condizioni di lateralità dei sottostanti pari al 9,85% circa, considerando anche il prezzo di acquisto attualmente leggermente al di sotto della parità. La durata del certificato è di tre anni, con la possibilità, a partire dalla data di osservazione del 20 dicembre 2023 e per le successive date a cadenza mensile, di rimborso anticipato del valore nominale, pari a 100 euro, qualora tutti i titoli rilevino al di sopra del 100% dei rispettivi strike price (il trigger autocallable è fisso).

Nel caso in cui si arrivi alla data di osservazione finale del 1° luglio 2026, il prodotto rimborserà il proprio valore nominale, oltre ad un ultimo premio pari allo 0,82%, qualora Intesa Sanpaolo, titolo peggiore che attualmente compone il paniere (al 98% circa dello strike price) non perda un ulteriore -59% circa dalla quotazione corrente. Al di sotto del livello barriera, il valore di rimborso del certificato verrà invece diminuito della performance negativa del titolo worst of, che verrà calcolata partire dallo strike price.

 

Report a cura di Pierpaolo Scandurra
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