Higher for longer? Ecco una soluzione per il portafoglio

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 28/09/2023 12:04

Higher for longer” è uno dei principali leitmotiv sui mercati in questo fine settembre: i timori di un ritorno di fiamma dell’inflazione, alimentata dai nuovi rialzi del petrolio, ancora una volta al di sopra dei $90 al barile, si fanno sempre più concreti, e con essi la necessità da parte delle banche centrali di ritoccare il costo del denaro (o almeno di mantenerlo elevato per un periodo di tempo significativamente più lungo di quello inizialmente stimato dal mercato), nonostante il recente statement (quantomeno sibillino) rilasciato dalla BCE. I mercati al momento non sembrano credere che il lavoro da parte di Powell ed i suoi omologhi sia finito, ed ecco giustificato il nuovo sell off sui bond: il rendimento dei decennali statunitensi è balzato fino al 4,56%, ai massimi dal 2007, con il decennale tedesco che segue a ruota al 2,8% (massimi dal 2011). Sul mercato azionario questi movimenti si sono tradotti in una debolezza relativa dei titoli tecnologici ed in una forza relativa del settore finanziario (e dei titoli energetici).

Il rialzo dei tassi è sul lungo periodo un grande vantaggio per le imprese assicurative, che marginano sulla differenza tra i rendimenti riconosciuti ai possessori di polizze e quelli incassati dagli investimenti in titoli (principalmente obbligazioni sovrane), risultando in questo modo nella possibilità di allargare gradualmente tale spread. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla svalutazione dei titoli già detenuti in portafoglio, che hanno generato nei bilanci di molte imprese assicurative perdite non realizzate anche significative: tali unrealized losses è però plausibile che non verranno mai effettivamente realizzate, in virtù delle penali (in molti casi decisamente onerose) che caratterizzano molte polizze, scoraggiandone quindi i riscatti anticipati.

Per coloro che volessero inserire il settore assicurativo nei propri portafogli in certificati, mettiamo sotto la lente una nuova emissione di Vontobel: parliamo del Cash Collect Memory Step Down (ISIN: DE000VM2L664) scritto su un basket contenente Aegon, Axa, Prudential e Swiss Re. Il prodotto paga un premio condizionato a cadenza mensile dell’1% (premio dotato di effetto memoria, con trigger posto al 60% dei rispettivi strike), corrispondente ad un rendimento annualizzato in condizioni di lateralità dei sottostanti pari a quasi il 13%, considerando anche il prezzo di acquisto attualmente pari a circa 98 euro. La durata del certificato è di tre anni, con la possibilità, a partire dalla data di osservazione del 22 aprile 2024 e per le successive date a cadenza mensile, di rimborso anticipato del valore nominale, pari a 100 euro, qualora tutti i titoli rilevino al di sopra del 100% dei rispettivi strike price (il trigger autocallable decresce del 5% ogni sei mesi).

Nel caso in cui si arrivi alla data di osservazione finale del 21 settembre 2026, il prodotto rimborserà il proprio valore nominale, oltre ad un ultimo premio pari all’1%, qualora Aegon, titolo peggiore che attualmente compone il paniere (al 94,57% dello strike price) non perda un ulteriore -37% circa dalla quotazione corrente. Da segnalare le barriere decisamente protettive sui due titoli più volatili del basket: su Aegon è posta a 2,8506 euro, ben al di sotto dell’area di supporto chiave dei 3,6-3,7 euro, su Prudential a 545,64 gbp, addirittura sotto i minimi del 2020. Al di sotto del livello barriera, il valore di rimborso del certificato verrà invece diminuito della performance negativa del titolo worst of, che verrà calcolata partire dallo strike price.

 

 

 

Report a cura di Pierpaolo Scandurra
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