Certificati di investimento sul petrolio: analisi dei migliori del mercato

Francesca Fossatelli Francesca Fossatelli - 29/05/2024 15:33

Generalmente gli investitori sono abituati ad operare sulle materie prime con strumenti lineari o con effetto leva e pochi hanno considerato i certificati di investimento della tipologia “Cash Collect” sulle materie prime

In effetti questi certificati sono poco presenti sul mercato e rappresentano una piccola percentuale dei certificati emessi e non tutti gli emittenti li offrono. Gli emittenti più attivi sul segmento attualmente sono BNP Paribas, Leonteq e EFG (sui capitale protetto anche Societe Generale offre alcuni certificati sulle materie prime).

Questi certificati offrono generalmente dei rendimenti contenuti, per questo non sono adatti a strategie rialziste, piuttosto sono adatti in momenti di lateralità o leggera discesa per massimizzare il rendimento rispetto all’acquisto di uno strumento long

Oggi analizziamo i migliori certificati con premio periodico sul petrolio, con sottostanti i Future sul Brent e/o sul WTI. 

La maggior parte delle banche d’affari in questa fase non condivide una view di forte rialzo del petrolio ma piuttosto di lateralità, per questo in questo momento i certificati di investimento sul petrolio potrebbero essere particolarmente interessanti. Difatti in un contesto di lateralità i certificati di investimento generalmente garantiscono un maggiore rendimento rispetto all’acquisto diretto del sottostante.

Con la piattaforma CedLab PRO ho selezionato tutti i certificati su basket o singolo sottostante contenenti il Brent o il WTI.

Eliminando i certificati su basket contenenti altre materie prime volatili e i basket misti con azioni e materie prime, troviamo 16 certificati sul mercato.

 

Come vediamo dalla tabella riassuntiva, la cedola dei certificati selezionati va da un 8% ad un 12% annuo. Si tratta di rendimenti contenuti coerenti con il livello di protezione, infatti le barriere di protezione del capitale sono poste tra il 50% e il 60% dei prezzi di partenza.

I buffer attuali dalla barriera di protezione del capitale vanno da un 38% ad un 55% circa ossia il sottostante può scendere da un -38% ad un  -55% prima di violare la barriera di protezione del capitale.

Tutti i certificati sono callable a discrezione dell’emittente, tranne tre: 

  • il CH1336218750 che presenta una barriera autocall discendente dal 100% al 70%;
  • il XS2759241727 che presenta una barriera autocall fissa al 100%;
  • il CH1349979042 che presenta una barriera autocall discendente dal 99% al 68%.

Solo il CH1342434706 presenta anche l’effetto airbag.

Quando si analizzano i certificati callable o autocallable che hanno la possibilità di essere richiamati a breve è sempre importante valutare il rendimento sia nel caso di richiamo alla prima data in cui la callability o l’autocallability è possibile che il rendimento che si avrebbe se il certificato arrivasse a scadenza. 

Per questo ho realizzato un’analisi aggiuntiva del rendimento nel caso in cui il certificato venisse richiamato alla prima data in cui il richiamo è possibile (nel caso dei tre certificati autocallable, ho considerato la prima data in cui l’autocall è possibile), evidenziando anche il rendimento annualizzato che permette la comparazione di certificati diversi.

Inoltre ho inserito il rendimento massimo dei certificati callable nel caso in cui il certificato non fosse mai richiamato (ossia nel caso in cui arrivasse a scadenza) e il rendimento ai valori attuali per i certificati autocallable, considerando l’effettiva data di scadenza o autocall ai valori attuali. 

La rielaborazione è stata realizzata con la piattaforma FreeFinance PRO.

Di seguito la tabella con l’analisi.

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Nel caso di richiamo immediato i rendimenti di molti certificati sarebbero davvero elevati, anche superiori al 50% annuo, tuttavia la probabilità di richiamo è molto bassa infatti, come vediamo dalla tabella, il worst-of di questi certificati è al massimo leggermente sopra strike e generalmente i certificati callable vengono richiamati solo se i sottostanti sono molto sopra strike.

Nel caso i certificati arrivino a scadenza i rendimenti vanno da un 9,5% annualizzato ad un 15,66%. Se eliminiamo quest’ultimo rendimento che è tale solo se il certificato CH1336218750 va in autocall, altrimenti il rendimento annualizzato supera di poco il 12% annuo, i certificati arrivano fino ad un massimo di rendimento 12% annuo circa. 

Inoltre, i certificati più protettivi, ossia quelli con maggiore buffer da barriera (dal 50% in su), hanno un rendimento attorno al 10% annuo.

Per questo un certificato molto interessante potrebbe essere il CH1342434706, perchè combina la protezione elevata ad un buon rendimento. Il certificato presenta infatti un rendimento compreso tra il 10% e l’11%, sulla base della data di richiamo ma anche una forte protezione: ha infatti un elevato buffer da barriera (48%) ed è l’unico certificato della selezione con effetto airbag.

Difatti il CH1342434706 è un Memory Cash Collect Callable con Effetto Airbag di EFG sul WTI, Brent e UBT (ossia il ProShares Ultra 20+ Year Treasury ETF, in altre parole il TLT a leva 2).

Il certificato ha una barriera premio e di protezione del capitale del 50% e strike al 50%. È quindi presente l’effetto airbag (con strike al 50%) che si attiva solo nel peggiore degli scenari ossia se a scadenza uno dei tre sottostanti avrà violato la barriera: in tal caso il certificato non perderà linearmente con il sottostante ma la perdita sarà calcolata dal 50% dei prezzi di partenza. Quindi ad esempio a fronte di un -60% del worst-of il rimborso non sarà di 400 euro ma di 800 euro. L’effetto airbag è infatti uno di quegli effetti che rende particolarmente resiliente il certificato.

Il certificato è callable a discrezione dell’emittente a partire da agosto 2024 quindi il minimo rimborso è di 1033,32 euro, considerando che oggi (29 maggio) si ha ancora il premio di maggio in pancia.

Se non viene richiamato prima, scade ad aprile 2027. In tal caso il rimborso sarebbe di 1299,88 euro totali.

Se viene richiamato già alla prima data di valutazione, considerando il prezzo di acquisto di 1006,14 euro, il rendimento sarebbe del 2,7% (11,1% annualizzato). Se invece si dovesse arrivare a scadenza il rendimento sarà del 29,19% (10% annualizzato).

Di seguito l’analisi di rendimento.

Al momento l’UBT è leggermente sopra strike mentre il Brent e WTI leggermente sotto strike quindi il richiamo non sembra probabile nei prossimi mesi.

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Francesca Fossatelli

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