Un Phoenix Memory “Low Barrier” di BNP Paribas scritto su titoli automotive che offre un rendimento annualizzato superiore al 10%, fino al -54% di Renault.
Tempo di trimestrali autunnali sui mercati, con i primi numeri che cominciano ad arrivare sia da oltreoceano che dalle società europee. In particolare, sul titolo Renault vi è stata una reazione particolarmente negativa del mercato (e giustificabile soltanto in parte), con le azioni che hanno toccato anche gli otto punti percentuali di ribasso nonostante numeri non così negativi: i ricavi del gruppo automobilistico francese sono infatti risultati pari a 10,5 miliardi di euro, in crescita del 7,6% su base annua ed al di sotto di appena l’1% rispetto al consensus degli analisti. Il fatturato ha risentito negativamente dell’effetto sui cambi (negativo per 563 milioni di euro), con l’incremento dei ricavi a tassi di cambio costanti che sarebbe stato pari al +13,8%. Il management ha infine confermato la guidance per il FY 2023 sul margine operativo (che sarà compreso tra il 7% e l’8%) e sui flussi di cassa operativi del segmento auto (superiori a 2,5 miliardi di euro).
Risultati che, come detto, non hanno soddisfatto (almeno in queste prime battute) il mercato, con gli analisti di Stifel che hanno attribuito il ribasso ad un leggero “effetto volumi negativo”, nonostante un “robusto price mix” complessivo. Infine, sempre secondo Stifel, la reazione negativa è in parte attribuibile “alle solide performance del titolo in borsa nelle ultime due settimane”. Il ribasso del titolo Renault può però essere letto in chiave positiva da coloro che vogliano entrare a prezzi più bassi su certificati scritti sul sottostante, magari caratterizzati da barriere particolarmente profonde e quindi maggiormente difensivi.
Una possibile idea in tal senso potrebbe essere rappresentata dal Cash Collect Memory “Low Barrier” (ISIN XS2604966544) emesso da BNP Paribas. Il certificato, scritto su un basket composto da Renault, Volkswagen e Stellantis, prevede il pagamento di premi condizionati (trigger premio posto al 40% dei rispettivi strike price) pari allo 0,72% mensile (8,64% p.a.), con durata pari a tre anni e la possibilità, a partire dalla data di osservazione del 28 giugno 2024 e per le successive date a cadenza mensile, di rimborso anticipato del valore nominale, pari a 100 euro, qualora tutti i titoli rilevino al di sopra del 100% dei rispettivi strike price (il trigger autocallable è fisso). Qualora si giunga alla data di osservazione finale del 28 settembre 2026 senza che il certificato sia stato richiamato, il prodotto rimborserà il proprio valore nominale, oltre ad un ultimo premio pari allo 0,72%, qualora Renault, titolo peggiore che attualmente compone il paniere (all’86,03% dello strike price) non perda un ulteriore -54% circa dalla quotazione corrente. Al di sotto del livello barriera il valore di rimborso del certificato verrà invece diminuito della performance negativa del titolo worst of, che verrà calcolata partire dallo strike price.
Il certificato è quotato sul Cert-X ad un prezzo lettera pari a 96,7 euro circa, con un rendimento complessivo ottenibile dall’investitore pari al 30% circa in tre anni (10,2% circa su base annua), in caso di mantenimento della barriera a scadenza. In quest’ottica notiamo come sia proprio il posizionamento delle barriere capitali (poste al 40% dei livelli di riferimento iniziali) il punto forte del certificato: su Renault questa è infatti posta sui minimi toccati durante il Covid, quando il produttore francese di automobili attraversò un momento di profonda crisi.
Report a cura di Pierpaolo Scandurra
www.certificatiederivati.it
Le informazioni contenute in questo sito non costituiscono consigli né offerte di servizi di investimento.
Leggi il Disclaimer »