Vendere a maggio, conviene davvero?

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 04/05/2021 09:30

Negli ultimi dieci anni, per otto volte sarebbe stato sbagliato seguire l’adagio “ Sell in may and go away”. Ma per non sbagliare, investiamo con una larga rete di protezione.
 

Sell in may and go away. Ogni anno ci si interroga su quanto abbia senso per gli investitori vendere a maggio e ricomprare poi qualche mese più tardi. Una statistica pubblicata da Bloomberg ci dice come nell’ultimo decennio, per otto volte su dieci vendere a maggio non sarebbe stata una scelta profittevole, in quanto nel semestre successivo i rialzi sono stati mediamente del 4,2% con il dato superiore al 10% del 2020, che tuttavia a nostro avviso ha minore valenza statistica derivando da un crollo eccezionale come quello post-Covid. Insomma sembra che la stagionalità non inviti a vendere, anzi suggerirebbe di fare acquisti. Tuttavia il tema dei rendimenti in scia alla ripresa economica sempre più forte e veloce , tanto negli Stati Uniti quanto in Europa, continua a dettare la linea e in apertura di settimana , un dato molto forte sulle vendite al dettaglio in Germania ha fatto scivolare il Bund con il rendimento a 30 anni che è salito ai valori di metà 2019. L’attesa ora è per la Banca Centrale Europea, chiamata a dimostrare fermezza nei confronti dei tassi di interesse e a non cedere alla tentazione di programmare un loro ritocco. In questo contesto di mercato, per gli investitori la strada si fa sempre più stretta: da una parte non ci sono motivi evidenti per vendere ma dall’altra l’aria in alta quota si fa sempre più rarefatta e i rischi di un acquisto sui massimi aumentano.

La dispersione tra i rendimenti nei vari segmenti dell’equity è sempre più evidente e risulta quindi più difficile scegliere sottostanti che possano principalmente permettere all’investitore di controllare il rischio del proprio portafoglio. I prodotti strutturati, grazie alla propria natura di contenere la volatilità e alterare la capacità di generare rendimento, soprattutto in periodi come questo offrono la possibilità per ottenere un profilo rischio rendimento prudente e non preoccuparsi di eventi avversi troppo pronunciati. Nello specifico, l’emittente EFG International , portata in Italia da Leonteq, ha emesso un certificato denominato Phoenix Memory Airbag, identificabile tramite codice isin CH1100987705, scritto su un basket di titoli definibili come “value”, ovvero caratterizzati da una buona stabilità e bilanci solidi sotto il punto di vista della struttura finanziaria e della redditività. I tre titoli, Thyssenkrupp, Varta e Delivery Hero sono tre aziende tedesche, note su scala internazionale e operanti nei settori dell’acciaio, delle batterie e del food delivery.

7% ANNUO E PROTEZIONE FINO A -50%

L’investitore ha modo quindi di impegnare il capitale su questo strumento e ricevere ogni trimestre un coupon del 2% del valore nominale nel caso in cui il titolo peggiore non sia sceso più del 50% dai prezzi iniziali. Questi premi periodici sono caratterizzati dall’opzione memoria che, in caso non si rispetti il trigger cedolare, verranno conservati dal prodotto e pagati qualora si verifichi successivamente tale condizione. Dopo un anno dall’emissione, ovvero da aprile 2022, il prodotto presenta anche un’altra caratteristica, ovvero la possibilità di rimborso anticipato del capitale nel caso in cui i sottostanti rilevino al di sopra del trigger autocall, inizialmente posto sullo stesso livello degli strike ed in seguito, ogni quattro date, decrescente del 5%. La peculiarità essenziale risiede nell’opzione airbag della barriera del capitale, posta difensivamente al 50% dei prezzi strike. Quest’opzione permette, nel caso di rilevamento a scadenza prevista ad aprile 2025 sotto tale livello, di ottenere un valore di rimborso ben più alto rispetto alla performance del peggior titolo sottostante. A titolo di esempio, in caso di discese del 50% dai prezzi attuali, il  certificato avrà un valore di rimborso di 995 euro, ovvero il valore nominale rettificato della performance negativa da barriera moltiplicata per il fattore airbag 2.

Al momento, i titoli scambiano al di sopra rispetto ai prezzi iniziali fissati a metà mese e il certificato riflette questa performance quotando ad un prezzo di 1040 euro sul prezzo lettera. Un eventuale acquisto rappresenterebbe l’occasione giusta per quella parte di portafoglio da impegnare per un lungo periodo e sebbene sia sopra la pari, potrà generare un rendimento di quasi il 4% se si verificherà la condizione per il rimborso anticipato già ad aprile 2022 o del 28% a scadenza anche nel caso in cui i titoli del basket perdano il 50%.

Articolo a cura di Pierpaolo Scandurra
Fonte: certificatiederivati.it

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