In un momento di estrema incertezza sui mercati finanziari, un certificato che consente di partecipare ai rialzi e ai ribassi dell’indice italiano.
Il ciclone Trump si è abbattuto con tutto il suo impeto sui mercati finanziari: se fino al “Liberation Day” in molti ritenevano che le sue minacce di dazi potessero risolversi in provvedimenti poco incisivi, il tycoon si è rivelato draconiano nelle sue azioni, imponendo dazi altissimi ai paesi con più avanzo commerciale verso gli Stati Uniti (vedasi il Vietnam) e mostrandosi particolarmente aggressivo verso la Cina. La risposta cinese è arrivata forte e chiara ma non sul piano dialettico, bensì direttamente sui mercati finanziari: in una nottata europea nella quale le borse asiatiche sembravano destinate a capitolare, ad aver mostrato segni importanti di cedimento sono invece stati i Treasury, il cui rendimento è salito dal 4% al 4,6% in poche ore. E chi detiene grosse quantità di debito americano? Proprio i cinesi. Che si sia trattato di una coincidenza sembra difficile, soprattutto considerando l’apertura a negoziare i dazi da parte di Pechino, arrivata proprio a seguito di quella che è parsa essere una prova di forza. La situazione finanziaria, economica ed anche geopolitica resta pertanto particolarmente complessa e fluida, divisa tra un possibile passo indietro di Trump sui dazi ed ulteriori shock finanziari che potrebbero già essere stati innescati.
In questo clima di incertezza abbiamo quindi rispolverato una struttura versatile, che ben può adattarsi nel breve e nel medio agli scenari che si materializzeranno: parliamo del Twin Win, ossia un particolare tipo di certificato che può beneficiare, a scadenza, sia dai rialzi che dai ribassi del sottostante rispetto allo strike, sempre però nei limiti nel livello barriera. In particolare, abbiamo messo sotto la lente una vecchia emissione di Goldman Sachs, ossia il Twin Win Cap Autocallable scritto sull’indice FTSE Mib con codice ISIN JE00BS6B4Y40, la cui quotazione è particolarmente interessante in questi giorni. Come accennato, il certificato consente di beneficiare sia in caso di rialzo dell’indice dal livello strike (fissato a 33.922,16 punti indice), con fattore di partecipazione up lineare (100%) e fino al cap fissato al 130% dello strike (rimborso massimo pari a 1.300 euro), che in caso di ribassi dell’indice stesso, con fattore di partecipazione down lineare (100%) e fino alla barriera fissata al 70% dello strike (23.745,512 punti indice). Al di sotto della barriera il rimborso sarà invece calcolato linearmente rispetto alla performance negativa espressa dall’indice da strike, come tutti i comuni certificati a capitale condizionatamente protetto.
Considerando la quotazione attuale dell’indice, il certificato rimborserebbe in uno scenario di lateralità un importo (1.026,06 euro) circa pari al prezzo di acquisto (1.027,90 euro), dando però la possibilità di essere esposti quasi linearmente alle variazioni in termini assoluti dell’indice, con leggero payoff asimmetrico favorevole negli scenari di ribasso. Non è finita qui, il prodotto può rivelarsi interessante anche in un’ottica di breve periodo: qualora il FTSE Mib recuperi quota 33.922,16 punti indice il 22 aprile il prodotto rimborserà 1.055 euro. Il certificato è acquistabile sul segmento Cert-X di Borsa Italiana.


Report a cura di Pierpaolo Scandurra
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