Un rimbalzo mai convincente per qualità

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 24/05/2018 15:22

Stiamo stressando non poco il lettore circa la fragilità del mercato azionario. Dai minimi del primo trimestre i listini si sono risollevati, dove poco, dove tanto; ma mai in misura davvero convincente, in termini di "qualità" del rialzo. Vale per Wall Street, dove la distribuzione in essere da tempo può dirsi ormai completata; vale per Piazza Affari, dove il fenomeno non è meno accentuato.

Naturalmente questi sono aspetti da inserire nel contesto appropriato. Elementi di natura speculativa possono indurre una deviazione dal percorso ottimale di crescita, ma alla lunga i mercati si riallineano agli schemi previsionali. In queste settimane abbiamo letto di analisti che invitano alla calma, poiché Piazza Affari resta pur sempre una delle borse più performanti da inizio anno, malgrado il ripiegamento delle ultime settimane; ma il punto è proprio questo: questa performance risulta storicamente eccessiva, rispetto agli altri listini continentali, e probabilisticamente insostenibile. Abbiamo già visto cosa accade nei mesi successivi ad una simile discrepanza sicché, a meno che si ritenga il mercato nella medesima condizione del 1993 e del 2003, è facile farsi un'idea di cosa ci attenda fino alla fine dell'anno.

Con la seduta di ieri, l'indice MIB è tornato sui medesimi livelli di inizio ottobre. Quasi otto mesi di performance zero. Merito delle resistenze, più volte mostrate, che in ultima analisi hanno contenuto il mercato, ingenerando la sensazione che il recente strappo costituisca una falsa rottura; una "trappola per Tori". In effetti l'impressione che la borsa italiana abbiamo disegnato un complesso doppio massimo, è netta. Distribuzione, partecipazione deludente all'uptrend, test positivo delle resistenze; sono però ben poca cosa, se non accompagnate da consistenti segnali di inversione di tendenza.

Il FTSE MIB sta sollecitando il long stop settimanale, e questo dovrebbe far drizzare le antenne ai rialzisti; non però quanto l'eventuale violazione dell'argine, che accompagna la borsa italiana sin dal minimo di fine 2016, che rivediamo ancora una volta nel Rapporto Giornaliero di oggi. Abbattere questo supporto avrebbe il sapore della definitività.


Gaetano Evangelista
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