Un po’ di pazienza prima degli acquisti!
Nei mercati azionari, i tassi ultra-bassi per un periodo così prolungato di tempo hanno tramutato il concetto di risk-off in un anacronismo. L’anno 2019 ci ha abituati al fatto che ogni discesa dovesse essere comprata: bastava attendere un po’ di tempo per rivedere nuovi massimi storici per gli indici americani e quindi chiunque avesse comprato su un qualsiasi storno dei prezzi ha avuto sempre ragione.
TINA (There Is No Alternative), lo slogan che usava Margaret Thatcher, adesso viene usato da quasi tutti gli analisti dei mercati per giustificare ogni record storico: l’unica alternativa per avere dei rendimenti è comprare azioni. Il mese di gennaio 2020, malgrado i problemi tra Stati Uniti ed Iran, la guerra civile in Libia, la Brexit, ed infine il coronavirus, ha visto i principali indici mondiali stabili: S&P 500 (-0,16%*), DOW J. (-0,99%*), NASDAQ 100 (+2%*), DAX (-2,02%*) e FTSE MIB (-1,15%*) ed una volatilità in progressivo aumento.
In questo mese di gennaio, oltre ad aver visto i consueti record storici dei tre principali indici USA, si è stabilito il nuovo record assoluto dell’indice Xetra DAX (13.577*) che resisteva da due anni, ed anche il nostro FTSE MIB ha avuto mercoledì scorso una chiusura (24.165*) con un punteggio che non si vedeva da maggio 2018. Sono abituato ad interloquire con molti trader ed investitori e la cosa che più mi sta sorprendendo è come in queste ore la voglia di comperare stia predominando tra i miei contatti. Vero è che ogni storno è stato comperato ed è quindi quasi istintivo pensare al “buy”, ma è anche vero che solo qualche giorno fa eravamo sui massimi e che lo storno per adesso è stato di entità modesta. Come scritto nella precedente Weekly Note, il market mover degli ultimi giorni, il coronavirus, ha dei connotati differenti rispetto agli altri problemi, il problema è indefinibile, non controllabile o misurabile e quindi i mercati preferiscono rimanere attendisti sottoponendosi alle inevitabili prese di beneficio.
Se diamo per scontato che prima o poi si arriverà a circoscrivere il virus, i temi che hanno portato le borse a livelli eccezionali rimarranno e quindi concordo anche io che si stanno creando opportunità per rientrare a prezzi più decenti. Il fatto però che siano in molti già desiderosi di approfittare di questi primi storni mi pone in guardia! Graduali acquisti a partire da uno storno sugli indici di almeno un 6% dai loro massimi assoluti (o relativi) potrebbe essere una strategia corretta, vista la poca chiarezza della situazione. Per quello che riguarda più specificatamente il nostro FTSE MIB, dopo la sconfitta della Lega alle regionali dell’Emilia-Romagna, la drastica riduzione dello spread e la conseguente impennata dei prezzi dei BTP, ha portato l’indice al suo massimo relativo, merito anche dei bancari che sembravano risvegliarsi dal loro letargo. Venerdì però una brutta sorpresa: il PIL nel 4° trimestre del 2019 a -0,3%*.
Bisognerà vedere che impatto avrà la paura dell’epidemia da coronavirus, specialmente ora che sono stati accertati due casi anche in Italia, tuttavia, dovesse essere negativo anche il primo trimestre del 2020, andremmo in recessione tecnica. Questa forte variazione negativa ipoteca già l’avvio del nuovo anno ed apre ancora di più la forbice con il resto d’Europa, in particolare con l’area dell’Euro: lo scarto passa da 0,8 ad 1 punto pieno*. Sarò ripetitivo, ma in questa situazione difficile pensare ad una ripresa dei valori delle Banche e delle aziende coinvolte nel loro business con la Cina. Il presunto rallentamento del colosso asiatico sta pesando anche sul prezzo del petrolio, incidendo così anche sulle quotazioni di Eni, Saipem e Tenaris. Anche sul nostro indice quindi la cautela è d’obbligo; arriveranno le occasioni d’acquisto: la liquidità rimane e tornerà ad aggredire gli asset di rischio.
Leva Fissa
*Fonti: Bloomberg Finance L.P. ; Borsa Italiana, Money.it
A cura di Tony Cioli Puviani
Fonte: certificati.vontobel.com
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