Con l’impennata della volatilità va sotto la pari anche il nuovo Phoenix Memory di Goldman Sachs con barriera al 35%. In difesa sì ma senza rinunciare al rendimento.
In contesti di mercato altamente incerti come quello che stiamo vivendo, c’è l’investitore che cerca principalmente la protezione e gioca in difesa e quello che invece, puntando su una ripresa delle quotazioni e soprattutto su un raffreddamento della volatilità, sceglie di fare acquisti giocando quindi in attacco. E poi c’è chi invece preferisce stare a centrocampo, cercando di arginare le avanzate dell’avversario difendendo al meglio le proprie posizioni senza però disdegnare qualche incursione finalizzata a mettere a segno il punto vincente. Tra gli strumenti a disposizione degli investitori che, nel segmento dei certificati, consentono di giocare a centrocampo si segnalano dei Phoenix Memory con barriera molto profonda ( fino al 35%) che per effetto dell’aumento di volatilità quotano oggi a prezzi molto sotto la pari, permettendo quindi di conseguire importanti rendimenti.
Il primo che punta su un basket più internazionale è il Phoenix Memory di Goldman Sachs (Isin JE00BLS36876) scritto su un basket di titoli composto da Banco BPM, Air France, Lufthansa e STMicroelectronics.
Il certificato prevede una durata complessiva di 4 anni, e con cadenza trimestrale riconosce premi a memoria dell’1,45% a patto che tutti i sottostanti siano ad un livello almeno pari al 50% dello strike. A distanza di un anno dall’emissione, ovvero a partire da febbraio 2023, si apriranno le finestre di uscita anticipata: se tutti i titoli saranno almeno ad un livello pari allo strike, il certificato verrà rimborsato restituendo i 1000 euro nominali maggiorati del premio previsto.
Qualora si arrivi alla data di valutazione finale del 17 febbraio 2026, fino alla soglia del 50% verrà restituito nominale e l’ultimo premio in programma, mentre fino al 35%, ovvero anche a seguito di un ribasso del 65% del titolo peggiore, si beneficerà della protezione del nominale. Oltre questa soglia, invece, si rifletterà per intero la performance negativa del worst of.
Il certificato viene esposto a un prezzo in lettera inferiore ai 900 euro con Banco BPM in ribasso del 21% dallo strike. Considerato il premio trimestrale dell’1,45%, portato alla scadenza questo certificato prospetta un rendimento su base annua del 9,25% fino a -36% del worst of e del 2,78% annuo fino a -55%.
Una seconda soluzione, tutta italiana, ha codice ISIN JE00BLS36983, e segue l’andamento di un basket composto dai titoli Eni, STMicro, Banco BPM e Unicredit. Proprio quest’ultima, con il 27% perso dall’emissione avvenuta quando quotava 14,68 euro, sta causando un prezzo lettera di 889 euro e pertanto, in virtù dei premi trimestrali con memoria dell’1,3%, il rendimento a scadenza ammonta al 35,83% ( 9% a/a) fino a -31% e al 12,44% ( 3,12% a/a) fino a -52%.
Articolo a cura di Pierpaolo Scandurra
Fonte: certificatiederivati.it
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