Tecnologia, è il momento di rientrare?

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 20/04/2022 10:54

Quando finirà la rotazione settoriale? La tecnologia è ancora oggi uno dei principali megatrend, come posizionarsi attraverso il Tracker New Tech firmato BNP Paribas

Uno dei temi che più tiene banco dall’ultimo trimestre del 2021 è l’inflazione. La sua dinamica strettamente legata alla politica monetaria e quindi al livello dei tassi di interesse ha impattato in maniera predominate su uno dei settori che aveva trainato la corsa dei mercati azionari fino a quel momento, ovvero il comparto della tecnologia. Abbiamo assistito, anche se a ritmi alterni, ad una rotazione settoriale più o meno marcata per intensità che ha visto ad oggi prevalere il settore “value” nei confronti dei titoli “growth”, che sono generalmente più indebitati e più esposti al rallentamento dell’economia. Con i tassi in aumento cambiano di pari passo anche le valutazioni dell’equity che invero, almeno guardando al generico S&P 500 versione growth sono ora posizionate sui minimi dal 2010, se mettiamo sotto osservazione il differenziale tra la valutazione degli utili attesi ad un anno e il tasso decennale del Treasury.

In tale contesto è possibile osservare a livello intermarket cosa è accaduto tra i titoli value e quelli growth. Le prese di beneficio sul segmento della tecnologia hanno portato l’S&P 500 Growth da una overperformance ad un anno del 16% sull’S&P 500 Value toccata a novembre 2021 fino all’attuale sotto performance del 3,5%. Una corsa davvero importante per dimensione, assolutamente giustificata da quanto abbiamo fin qui affermato. Anche uscendo dal mercato americano e provando a fare un quadro completo a livello mondiale, il trend non cambia: un livello chiave per quanto riguarda il rapporto tra il MSCI Value e il MSCI Growth staziona, senza però allontanarsi, dai livelli più alti dal 2020.

Ci troviamo pertanto in una situazione molto delicata per il settore della tecnologia anche se determinate analisi sui multipli non dovrebbero più riguardare alcuni colossi tech che per tipologia di business non possono più essere considerati dei “growth” a tutti gli effetti. Ma il mercato, li sta ancora trattando come tali.

In generale ci si interroga se, visti i multipli, ci troviamo di fronte ad una opportunità o meno. Il rischio di sbagliare cavallo è altresì un fattore da considerare tenuto conto che il segmento della tecnologia è divenuto più selettivo di un tempo. Per questo sarebbe più conveniente e opportuno prendere un’esposizione globale su un megatrend che non è destinato certo a fermarsi tramite degli indici settoriali come , ad esempio, il Tracker New Technology targato BNP Paribas (Isin XS2348171161) che lega le sue sorti ad un sottostante calcolato da Solactive ma gestito da BNP Paribas tramite una metodologia proprietaria che prevede rigidi criteri quantitativi e qualitativi per la selezione di 50 titoli che compongono ogni singolo indice, con ribilanciamento semestrale. L’indice è di tipo Total Return e prevede il reinvestimento dei dividendi mentre per la sua gestione è prevista una commissione pari all’1,2% annuo che andrà ad incidere sul prezzo del Tracker solo per i giorni di effettiva detenzione in portafoglio.

Relativamente al Tracker è sufficiente ricordare che è il certificato più lineare che ci sia in circolazione, capace cioè di replicare senza alcuna opzione accessoria ( protezione o cedole) l’andamento del suo sottostante. A differenza di un ETF, a cui è assimilabile proprio per la gestione passiva e lineare, genera redditi diversi ed è pertanto fiscalmente molto efficiente.

Tornando alla proposta agganciata al tema della tecnologia, guardando i titoli presenti nel sottostante troviamo, in ordine decrescente per peso relativo, Qualcomm, AMD, Nvidia, Arista Networks, Tesla, Broadcom, Microsoft, Adobe, STM e Micron Technology. A livello settoriale l’80% dei titoli sottostanti dell’indice appartiene ai comparti della Technology Equipment e Software & IT Service mentre in termini di ratio contro l’indice MSCI World, presenta caratteristiche migliori, tranne sulla volatilità annua leggermente più elevata.

Articolo a cura di Pierpaolo Scandurra
www.certificatiederivati.it

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