Siamo ad un passo dal termine di questo travagliato 2020 e, dal punto di vista fiscale, stanno giungendo a scadenza le minusvalenze realizzate nel corso dell'anno 2016.
Dal momento che sono state contratte, sarebbe stupido lasciarle scadere ed ogni investitore saggio dovrebbe cercare di recuperarle o quantomeno di posticiparle.
Stesso discorso anche per gli addetti al borsino della banca, i promotori finanziari e i consulenti autonomi dovrebbero aver cura di aiutare in questa operazione i propri clienti.
L’argomento è semplice ma strutturato per cui, onde evitare di fare confusione, direi di partire dalle basi e di procedere per gradi...
Cosa sono le minusvalenze?
Le minusvalenze sono le perdite subite nell’investire il proprio denaro sui mercati finanziari.
In pratica, sono la differenza negativa tra il prezzo di acquisto e quello di vendita oppure di rimborso di un prodotto finanziario.
Ad esempio, se acquisti 2.000 azioni Alfa a 10 € e le rivendi a 8, subisci una minusvalenza che ammonta a (8-10) * 2.000 = - 4.000 €.
Le minusvalenza hanno una scadenza?
Si, purtroppo, dal punto di vista fiscale le minusvalenze possono essere compensate entro 4 anni attraverso la compensazione con plusvalenze (guadagni) successivamente maturate.
In pratica quindi, le minusvalenze contratte durante l’anno 2020 possono essere compensate entro 4 anni, e quindi entro il 31 dicembre 2024.
Tutti i prodotti finanziari permettono di recuperare le minusvalenze?
No, purtroppo non tutti i prodotti finanziari permettono di recuperare le minusvalenze.
Il fisco italiano fa di tutto per metterci i bastoni tra le ruote.
Devi infatti sapere che il fisco italiano distingue i prodotti finanziari tra quelli che producono "reddito di capitale" e "reddito diverso".
Questa differenza non è solo nozionistica ma incide direttamente sul tema fiscale, dal momento che le minusvalenze possono essere prodotte attraverso tutti i prodotti finanziari, mentre, al contrario, possono essere compensate solo con i prodotti finanziari che producono "reddito diverso"!
Quali sono i prodotti finanziari che producono reddito di capitale?
I prodotti finanziari che generano "reddito di capitale", e che quindi non sono utili per compensare minusvalenze, sono gli ETF, i fondi comuni di investimento ma anche le cedole delle obbligazioni ed i dividendi delle azioni.
Quali sono i prodotti finanziari fiscalmente efficienti?
I prodotti finanziari che generano "reddito diverso", e che quindi permettono di recuperare minusvalenze, sono le plusvalenze di prezzo delle azioni, delle obbligazioni, degli ETC ed i certificati.
I certificati di investimento meritano una menzione speciale perché sia le plusvalenze di prezzo che le cedole costituiscono “reddito diverso” e quindi permettono di recuperare le minusvalenze pregresse.
La tabella sottostante schematizza la tipologia di reddito prodotto dai principali strumenti finanziari, indicando l’efficienza fiscale di ciascuno.
Ad un attento osservatore non sarà sfuggito come attualmente i certificati siano lo strumento principe, ossia il più efficiente, per recuperare le minusvalenze dal momento che sia le plusvalenze di prezzo che le cedole producono “reddito diverso” e possono essere utilizzate per recuperare minusvalenze.
Il meccanismo della compensazione delle minusvalenze
Dopo aver compreso l’efficienza fiscale dei singoli prodotti finanziari, occorre descrivere come avviene la compensazione delle minusvalenze contenute all’interno dello zainetto fiscale.
Nella teoria il meccanismo è semplice: se hai 1.000 euro di minusvalenze nello zainetto fiscale e realizzi una plusvalenza oppure incassi una cedola di un certificato per un importo di 1.000 euro, la tua banca dovrebbe automaticamente ridurti l’ammontare delle minusvalenze per un importo uguale a quello della plusvalenza.
In pratica, dopo la compensazione dovresti ritrovarti senza minusvalenze, dal momento che (1.000 – 1.000 ) = 0.
Altro esempio: se hai 10.000 euro di minusvalenze e incassi una cedola di un certificato per 8.000 euro, al termine della contabilizzazione bancaria della posizione, all’interno del tuo zainetto fiscale saranno rimaste (10.000 – 8.000) = 2.000 euro di minusvalenze.
Il diverso trattamento fiscale che le banche applicano alle cedole dei certificati di investimento
Nella pratica viviamo in Italia, patria dell’incertezza fiscale per cui non dovremmo stupirci che le banche applichino alle cedole dei certificati di investimento 2 distinte modalità di calcolo del recupero minusvalenza.
Alcune banche, che possiamo definire a tutti gli effetti "efficienti fiscalmente", permettono di recuperare immediatamente le minusvalenze, scaricando l'ammontare della cedola dallo zainetto fiscale, come illustrato nell’esempio precedente.
Appartengono a questa categoria le seguenti banche:
-Allianz
-Azimut
-Banca Fideuram
-Banca Generali
-Banca Sella
-Banca Popolare di Sondrio
-Banco Posta
-Binck bank
-Bnl
-Che banca
-Credem
-Credit Agricole
-Directa Sim
-Fineco
-Intesa SanPaolo
-Mps
-Widiba
Altre banche invece seguono una strada diversa: diminuiscono il prezzo di carico del certificato di un importo pari alla cedola incassata e permettono di recuperare le minusvalenze al momento della chiusura dell'operazione, e quindi al momento della vendita oppure del rimborso del certificato.
Un esempio ti chiarirà le idee più di numerose parole: immagina di avere acquistato a 100 un certificato e di avere incassato nel corso degli ultimi due anni 2 cedole del 5%.
In questo caso la banca ti avrebbe accreditato sul conto l’importo lordo delle due cedole e, contemporaneamente, avrebbe provveduto a diminuirti il prezzo di carico di un importo pari al valore delle cedole incassate, con il risultato pratico che il nuovo prezzo di carico del certificato, all’interno del tuo portafoglio, sarebbe (100 – 5 – 5) = 90 euro.
A questo punto quando si giungerà a scadenza, in caso di rimborso a 100, la plusvalenza di (100-90) = 10 euro sarà utilizzata per compensare e quindi per ridurre l’ammontare delle minusvalenze all’interno dello zainetto fiscale.
Anche in questo caso ad un attento osservatore non sarà sfuggito come questa interpretazione fiscale sia indubbiamente meno efficiente e meno favorevole per il risparmiatore.
I motivi della scarsa efficienza sono due.
Il primo è che comporta uno spostamento in avanti nel tempo del recupero della minusvalenza.
Questo significa che se hai delle minusvalenze in scadenza, questa soluzione ti penalizza.
Il secondo problema è che qualora a scadenza si verifichi l’evento barriera e il certificato produca una minusvalenza, la conseguenza sarà quella di incrementare le minusvalenze invece che di recuperarle.
In pratica si rischia di passare dalla padella alla brace.
Se la tua banca adotta questo metodo, o cambi banca oppure devi necessariamente pianificare per tempo (anni) il recupero delle minusvalenze.
Appartengono a questa categoria le seguenti banche:
-Banca Carige
-Banca Mediolanum
-Banca Profilo
-Banco BPM
-Banche popolari
-Credito Valtellinese
-Deutsche bank
-Iwbank
-Ubi banca
-Unicredit
-Unipol
-Webank
Come recuperare una minusvalenza con i certificati "maxi cedola"
Se hai minusvalenze che scadono a fine anno e la tua banca è tra quelle efficienti fiscalmente, dal momento che ti permette di recuperare immediatamente le minusvalenze, i certificati “maxi cedola” sono una soluzione interessante per recuperare le minusvalenze.
Entrando più nel dettaglio, i “maxi cedola” sono un’ottima ed efficiente soluzione per “posticipare” la scadenza delle minusvalenze, evitando quindi di perderle a fine anno.
In quest’ottica posticipare significa spostare in avanti la data di scadenza delle minusvalenze, in modo da guadagnare altri 4 anni per poterle recuperare.
La strategia che permette di posticipare le minusvalenze è estremamente semplice:
? si acquista il certificato maxi cedola, ad esempio a 1.000 euro.
? si incassa la cedola, ad esempio del 20% e quindi 200 euro per ogni certificato posseduto.
? la cedola costituisce “reddito diverso” e permette di recuperare immediatamente le minusvalenze nello zainetto fiscale.
? in seguito all’incasso della cedola, è possibile rivendere il certificato sul mercato.
In questo caso, il certificato sarà venduto ad un prezzo di circa (1.000 – 200) = 800 euro con la conseguenza di realizzare una nuova minusvalenza.
Il vantaggio di questa operazione è duplice:
-la minusvalenza in scadenza è stata recuperata
-la nuova minusvalenza è stata registrata nel 2020 per cui avrai altri 4 anni per recuperarla, ossia fino al 31 dicembre 2024.
Un esempio attuale e concreto di certificato “maxi cedola” è il “express cash collect Eni, Leonardo, Saipem, Telecom Italia, UniCredit” con isin CH0579772770 emesso da Leonteq.
La struttura di questo certificato è molto semplice ed è quella del classico cash collect, ossia un certificato a capitale condizionatamente protetto che periodicamente stacca delle cedole condizionate.
Entrando più nel dettaglio, il prossimo 14 dicembre ci sarà la data di rilevazione e se nessuno dei sottostanti che compongono il paniere (Eni, Leonardo, Saipem, Telecom Italia, UniCredit) avrà perso più del 65% dalla quotazione iniziale (evento improbabile da realizzarsi in 2 settimane), il certificato staccherà una cedola del 20%, ossia 200 euro per ogni certificato detenuto in portafoglio.
La record date, che serve a stabilire quale investitore ha diritto ad incassare la cedola, è prevista il 18 dicembre per cui è possibile acquistare questo certificato, con lo scopo di incassare la cedola, fino a mercoledì 16 dicembre (compreso).
La data di pagamento della cedola è invece prevista per lunedì 21 dicembre.
Un esempio concreto di aiuterà a comprendere il meccanismo: immagina di avere 1.000 euro di minusvalenze in scadenza a fine 2020.
Se acquisti 5 certificati al prezzo di 1.000 euro ciascuno, il prossimo 21 dicembre incasserai (5 * 200) = 1.000 euro di cedole che ti permetteranno di recuperare i 1.000 euro di minusvalenza, posticipandola al 31 dicembre 2024.
Se desideri posticipare le minusvalenze in scadenza a fine dicembre, il certificato “express cash collect Eni, Leonardo, Saipem, Telecom Italia, UniCredit” è indubbiamente una soluzione da valutare.
Buon investing!
Gabriele
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