Rassegna Settimanale News Finanziarie - 15 Marzo 2025

Michele Clementi Michele Clementi - 15/03/2025 07:33

Dati Macro

In attesa dell'impatto dei dazi sull'inflazione americana il dato di marzo mostra delle pressioni inflazionistiche in rallentamento con il dato CPI - Consumer Price Index - al 2,8%, inferiore alle attese degli analisti al 2,9% e al dato del mese precedente al 3%. Anche il dato relativo al PPI - Producer Price Index - ha sorpreso gli analisti con un calo oltre attese del 3,6% al 3,4% dal 3,8% del mese di Febbraio. Buone notizie anche in ottica di un possibile taglio dei tassi di interesse da parte della Fed? Presto per dare una risposta, sicuramente Powell aspetterà l'impatto dei dazi sull'inflazione americana prima di tagliare.

Il prezzo dell'oro ha superato la soglia dei 3.000 dollari l'oncia (circa 28 grammi), spinto da una combinazione di fattori economici e geopolitici.

Da un lato, il rallentamento dell'inflazione negli Stati Uniti apre la porta a una politica monetaria più accomodante, con un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve e rendimenti obbligazionari in calo. Dall'altro, le crescenti tensioni geopolitiche – alimentate anche dalle strategie di Donald Trump per rafforzare la posizione degli Stati Uniti a livello globale – stanno spingendo gli investitori a rifugiarsi nei beni considerati più sicuri, come l'oro.

In questo scenario, il metallo giallo si conferma ancora una volta il bene rifugio per eccellenza, attirando l'attenzione di risparmiatori e investitori in cerca di stabilità.

Curiosità:

La parola "bancarotta" affonda le sue radici nei mercati medievali di Venezia, tra mercanti e cambiavalute che animavano le vivaci bancarelle del pesce di Rialto. Nel XIII secolo, la presenza di cambiavalute – paragonabili agli odierni exchange – era essenziale per facilitare scambi e prestiti tra commercianti provenienti da tutto il mondo conosciuto. Quando uno di loro non riusciva più a onorare i propri debiti o veniva sorpreso in attività illecite, le autorità spezzavano fisicamente il suo banco, segnalandone pubblicamente il fallimento. Da questo gesto simbolico – la banca rotta – deriva l'espressione che ancora oggi utilizziamo per indicare la bancarotta.

Ma oltre a rappresentare la rovina economica, questo termine richiama anche i principi di trasparenza e correttezza che regolavano il commercio veneziano, lasciando un'impronta indelebile nel linguaggio finanziario moderno.

La settimana in borsa

Le borse chiudono una settimana negativa con un venerdì in forte rialzo. Il motivo? È stato l'unico giorno in cui il Presidente "Tariff Man" non ha pubblicato un tweet annunciando nuovi dazi contro qualche paese, considerato nemico dell'America. Solo mercoledì, infatti, aveva dichiarato l'introduzione di una tassa del 200% sui prodotti alcolici provenienti dall'Europa, Italia inclusa.

  • Nel frattempo, il malcontento tra i cittadini americani inizia a farsi sentire. I mercati azionari statunitensi registrano le peggiori performance dall'insediamento di Trump alla Casa Bianca, un dato che stride con le aspettative iniziali. Gli investitori americani, infatti, sono tra i più esposti alla borsa rispetto ad altri paesi, dove spesso si preferiscono investimenti obbligazionari, erroneamente considerati privi di rischio.
  • Sul fronte internazionale, le elezioni in Groenlandia hanno sancito la vittoria del centrodestra, aprendo la strada all'indipendenza dalla Danimarca. Un processo che Trump osserva con attenzione, mentre ironicamente "fa bugi bugi".

L'inflazione, sia negli Stati Uniti che in Europa, mostra un leggero calo su base annua. Questo alimenta le aspettative di nuove misure espansive da parte delle Banche Centrali, con possibili ulteriori tagli ai tassi di interesse. Tuttavia, resta da valutare l'impatto dei dazi sui prezzi al consumo negli USA e la reazione dei consumatori europei. Seguiranno l'esempio dei canadesi boicottando i prodotti americani? E quale sarà l'effetto su quelli locali? È plausibile che le aziende europee possano approfittarne per aumentare i prezzi, d'altronde, fare utili è l'obiettivo primario di ogni impresa e ogni occasione è buona per farlo.

In conclusione, gli indici europei si attestano sui massimi storici, mentre quelli americani toccano i minimi dell'ultimo anno: due situazioni opposte ma entrambe estreme. Trump, probabilmente, ridurrà la sua attività sui social per evitare di aggravare ulteriormente la situazione. Ha ormai capito che, in momenti di incertezza, gli investitori tendono a reagire negativamente sia alle cattive notizie che a quelle buone male interpretate. Meglio quindi evitare dichiarazioni avventate, come quella di domenica scorsa, quando affermò di non sentirsi vincolato dai mercati azionari, causando un crollo delle borse il lunedì successivo.
Ovviamente è solo una speranza, sarà difficile zittire Trump.

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