Pirelli scalda i motori per ritornare a quotarsi a piazza Affari

Gabriele Bellelli Gabriele Bellelli - 27/09/2017 09:55

Pirelli & C., società attiva nella produzione di pneumatici, scalda i motori per sbarcare a piazza Affari, dove sarà quotata al segmento MTA con il codice isin IT0005278236.

In realtà non si tratta di un debutto ma di un ritorno, dal momento che Pirelli è stata quotata dal 1922 fino al novembre del 2015, quando è stata delistata in seguito all'Opa conclusa con successo dalla Marco Polo industrial holding spa.

L'offerta pubblica di vendita, che riguarda il 35% del capitale (che potrà diventare il 40% in caso di esercizio della greenshoe), è rivolta sia ai piccoli risparmiatori, a cui è destinato solo il 10% dell'offerta, sia agli investitori istituzionali, a cui invece è riservato il 90% dell'offerta.

Il periodo di sottoscrizione è iniziato nei giorni scorsi e terminerà alle ore 13.30 di giovedì 28 settembre con pagamento delle azioni previsto per mercoledì 4 ottobre, che coincide con il giorno previsto per il debutto a piazza Affari.

Il lotto minimo sottoscrivibile ammonta a 500 azioni, o multipli, ma è possibile anche optare per il lotto minimo maggiorato composto da 5.000 azioni, o multipli.

Il prezzo di acquisto sarà comunicato entro due giorni lavorativi dal termine del periodo di collocamento ma la forbice di prezzo oscilla tra il minimo di 6,30 e il massimo di 8,30 Euro per azione per cui i il controvalore minimo dell'investimento potrà oscillare tra 3.150 e 4.150 euro per il lotto minimo oppure tra 31.500 e 41.500 euro per il lotto minimo maggiorato.

 

Dopo la descrizione sintetica delle condizioni dell’offerta, la domanda che sorge spontanea è: "conviene sottoscrivere e richiedere le azioni?".

 

Ovviamente come in occasione di ogni Ipo, anche questa operazione e questa società presentano dei pregi e dei difetti.

 

Tra gli aspetti positivi segnalo:

-il marchio è conosciuto nel mondo e la società è tra le aziende leader nel settore dei pneumatici.

-nel corso degli ultimi anni la società si è saggiamente posizionata nel segmento di alta gamma e ad elevato contenuto tecnologico che generalmente permette di ottenere una elevata redditività.

-il book dell’offerta sarebbe già stato interamente coperto, come afferma Milano Finanza in questo articolo

 

Tra gli aspetti critici invece segnalo:

-il denaro incassato con l’IPO non andrà nelle casse della società (ad esempio per espandersi, per ridurre l’indebitamento o per acquisire concorrenti) ma finirà dritto dritto nelle tasche degli azionisti. L’impressione è quindi che si tratti di una exit strategy da parte di alcuni degli attuali azionisti di riferimento.

-nel 2018 Pirelli non staccherà alcun dividendo, anche se l’amministratore delegato Tronchetti Provera ha affermato che “nel 2019 saremo in condizione di distribuire un dividendo pari al 40% dell'utile". Ad oggi però la certezza è che nel 2018 nessun dividendo verrà staccato.

-l’indebitamento non è basso, dal momento che la posizione finanziaria netta è negativa per 4,176 miliardi, anche se la società prevede un dimezzamento nel 2020. A parole è semplice mentre nella realtà dei fatti potrebbe rivelarsi un’operazione più complicata del previsto.

-il valore di Pirelli, analizzando la forbice di prezzo e gli ultimi bilanci, appare sopravvalutato se confrontato con aziende concorrenti come Michelin o Continental.

 

Personalmente, dal punto di vista operativo, distinguerei tra una sottoscrizione effettuata con lo spirito del cassettista, e quindi in ottica di medio periodo, ed una "mosconata" di breve periodo.

 

In ottica di medio periodo, onestamente è un titolo che presenta alcune criticità e sul quale sarei cauto.

 

In ottica "mordi e fuggi", invece potrebbe rivelarsi una soluzione da non scartare a priori, facendo leva su due aspetti positivi. Il primo consiste nel fatto che la domanda si sta rivelando superiore all'offerta. Il secondo consiste nel fatto che, nello scenario peggiore (quotazione che fatica a mantenere il prezzo di sottoscrizione),come spesso avviene in occasione delle IPO, il primo giorno di contrattazione il consorzio delle banche collocatrici tende a sostenere le quotazioni per non farle scendere sotto il prezzo di collocamento.In quest'ultimo caso quindi, si dovrebbe riuscire a chiudere l'operazione con un sostanziale pareggio oppure, nello scenario peggiore, con una perdita contenuta. Se invece si verifica lo scenario positivo, si monetizza un veloce guadagno.

 

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Gabriele

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