PIR: Lyxor ha creato il primo ETF obbligazioni Italia PIR compliant

Gabriele Bellelli Gabriele Bellelli - 04/03/2018 23:37

Fino ad oggi l’offerta degli ETF PIR compliant (conforme) era focalizzata esclusivamente su prodotti azionari oppure bilanciati, che si caratterizzano per essere discretamente volatili e quindi presuppongono l’accettazione di un certo grado di rischio da parte dell’investitore.
Da pochi giorni, esattamente da lunedì 26 febbraio, nel segmento ETFplus di Borsa Italiana è quotato un ETF che investe in un paniere esclusivamente composto da obbligazioni.
Mi riferisco all’ETF Lyxor Italia bond PIR con codice isin LU1745467461

 

In questo articolo illustrerò: 
-che cosa sono i PIR
-quali caratteristiche presenta questo nuovo ETF Pir compliant
-quali pregi e quali punti di forma presenta l’ETF Lyxor bond Italia Pir

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I PIR, acronimo di “piani individuali di risparmio”, sono uno strumento finanziario introdotto a seguito della legge di stabilità approvata nel 2016 con l’obiettivo di sostenere l’ossatura dell’economia italiana attraverso l’incentivo ad investire i risparmi nelle aziende tricolore di dimensioni medio-piccole.
Entrando nel dettaglio, i PIR sono destinati alle persone fisiche che possono sottoscrivere un solo piano per un ammontare massimo annuale di 30 mila euro con un limite nell’ammontare massimo complessivo di 150.000 euro.
Il successo dei PIR è collegato all’agevolazione fiscale che consiste nell’esenzione totale sia dall’imposta sul capital gain sia dalle imposte di successione.
Occorre però rilevare come le agevolazioni fiscali siano condizionate al detenere l’investimento nel PIR in modo ininterrotto per 5 anni: questo non significa che, in caso di necessità, non sia possibile liquidare in qualsiasi momento l’investimento effettuato nel PIR ma che semplicemente vengono a decadere i benefici fiscali per cui l’investimento viene gravato dalle imposte dovute, anche quelle non versate nel corso degli anni precedenti.

 

 

Entrando nel concreto, l’ETF Lyxor Italia bond PIR si caratterizza per essere:

-investito in un paniere composto esclusivamente da obbligazioni. 
Indubbiamente si tratta di un aspetto positivo perché va a colmare una grave lacuna nel panorama degli ETF Pir compliant e permette di soddisfare le necessità sia dei risparmiatori che non amano le pericolose oscillazioni del mercato azionario sia degli investitori che non desiderano esporsi al rischio tassi, in un momento in cui i tassi sembra che abbiano iniziato a riscaldare il motore;

 

-un prodotto finanziario conforme alla normativa dei PIR: questo significa che questo ETF permette di poter usufruire delle potenziali agevolazioni fiscali; 
-duration estremamente ridotta: questa caratteristica è indubbiamente positiva perché permette di ridurre l’esposizione delle quotazioni dell’ETF alle variazioni dei tassi di interesse (un aumento dei tassi di interesse infatti determinerebbe un deprezzamento del prezzo delle obbligazioni).
La protezione dal rischio duration avviene attraverso una strategia basata sul future del Bund per cui il gestore può avvalersi anche dell’utilizzo di strumenti derivati.
Entrando nel dettaglio, questa strategia “duration neutral” permette di neutralizzare gli effetti della variazione dei tassi attraverso la vendita di future relativi ai titoli di stato tedeschi, in particolare il Bund, il Bobl e lo Shatz.
Nonostante l’adozione di questa strategia di copertura, il valore dell’ETF potrebbe essere comunque esposto alle variazioni dei tassi a causa dei disallineamenti delle scadenze dei titoli obbligazionari nelle parti “long” e “short” della strategia.

 

-ad accumulazione: i proventi maturati non vengono staccati attraverso cedole periodiche ma vengono automaticamente reinvestiti nell’ETF;

 

-replica fisica completa: la società di gestione acquista esattamente tutti i titoli che compongono il paniere benchmark di riferimento, mantenendo invariata la proporzione dei pesi percentuali che essi hanno all’interno del indice di riferimento.

 

-la composizione del paniere prevede che il portafoglio in cui è investito l’ETF sia a sua volta suddiviso in 3 subportafogli: A, B e C.
Il subportafoglio A è composto da obbligazioni governative di Italia, Francia e Spagna, ciascun paese per un terzo di questo subportafoglio.
Il subportafoglio B invece è composto da obbligazioni societarie con rating medio BB, o superiore, emesse da società italiane (escluse quelle appartenenti al settore immobiliare) che fanno parte del paniere Ftse Mib oppure da società non italiane (escluse quelle appartenenti al settore immobiliare) domiciliare in paesi membri dell’Unione Europea oppure appartenenti allo spazio economico europeo.
Infine il subportafoglio C è composto da obbligazioni societarie con rating medio BB, oppure superiore, emesse da società italiane non ricomprese all’interno dell’indice Ftse Mib oppure da società non italiane domiciliate in paesi membri dell’Unione Europea o appartenenti allo spazio economico europeo e con stabile organizzazione in Italia. Oltre a questa condizione, i titoli del subportafoglio C devono inoltre possedere ulteriori requisiti che riguardano la tipologia dell’obbligazione, la scadenza e l’importo di emissione in modo tale da garantire un determinato livello di liquidità allo strumento.
In pratica, questo significa che questo ETF investe il 25% del proprio portafoglio in titoli di stato europei, il 50% in obbligazioni emesse da società a larga capitalizzazione e il restante 25% in bond emessi dal società small cap.

 

Rating delle obbligazioni attualmente in paniere all'ETF Lyxor Italia bond PIR

rating Lyxor Italia Bond PIR gabriele bellelli

 

Scomposizione e duration delle obbligazioni attualmente nel paniere dell'ETF Lyxor Italia bond PIR

duration Lyxor Italia Bond PIR gabriele bellelli

Diversificazione geografica dell'ETF Lyxor Italia bond PIR

diversificazione geografica Lyxor Italia Bond PIR gabriele bellelli

-gestione attiva: questo ETF è gestito in modo attivo ed i titoli che compongono i subpanieri B e C sono scelti direttamente dal gestore in base alle proprie competenze e in base ai propri modelli operativi, ovviamente limitando la scelta ai soli titoli conformi alla direttiva PIR. 
La strategia di gestione prevede inoltre di ribilanciare il portafoglio ogni fine mese, riallineando i pesi dei subportafogli in modo tale che siano rispettate le seguenti proporzioni: subportafoglio A 25%, subportafoglio B 50% e subportafoglio C 25%.

 

-fiscalità: questo ETF è sottoposto all’aliquota del 26%, tranne che per la quota parte investita in titoli di stato ed equiparati, che in base all’attuale normativa sono gravati da una imposta al 12,50%.

 

-il TER, acronimo di "total expense ratio", che è un indicatore sintetico utile per conoscere i costi medi annui dell'ETF ammonta allo 0,49% annuo che è un valore estremamente ridotto, se paragonato alle “spese correnti” dei fondi di investimento PIR, che viaggiano mediamente intorno al 1,5-2%, mentre è un valore non proprio ristretto se paragonato agli attuali tassi ed al rendimento medio offerto dal mercato. 
In questa fase che si caratterizza per i tassi a zero ed il rendimento nullo, o anche negativo, di molte obbligazioni con scadenza corta, dal mio punto di vista un TER dello 0,49% costituisce un punto non propriamente a favore.

 

-per poter usufruire delle agevolazioni fiscali occorre che il piccolo risparmiatore acquisti e custodisca ininterrottamente per 5 anni questo ETF all’interno di un deposito titoli “Pir compliant”.
Questo punto costituisce una criticità: non c’è nessuna legge che obblighi una banca a creare un conto deposito “Pir compliant” per cui la quasi totalità degli intermediari finanziari se ne guarda bene dal fornire questo servizio e preferisce dirottare i propri clienti verso i Pir offerti dal risparmio gestito, dove è possibile incassare laute commissioni tosando il parco buoi.
In quest’ottica diventa quindi indispensabile per ogni risparmiatore verificare che il proprio intermediario abbia predisposto questa modalità di custodia e gestione delle procedure fiscali perché in caso contrario, non sarà ovviamente possibile avvalersi delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa PIR.
Se la tua banca non offre un conto deposito “Pir compliant” non rassegnarti ma valuta di cambiare banca, anche solo per ottenere questo servizio, e rivolgiti ad un intermediario che dimostra di essere sensibile alle tue necessità!
Ad oggi le realtà attrezzate a fornire ai propri clienti un conto deposito “Pir compiant” sono poche ma ci sono per cui non hai alibi e non puoi dire “è impossibile crearsi un PIR fai da te”.
Attualmente, e secondo le mie conoscenze, le società che forniscono un deposito Pir compliant sono:
-Directa Sim
-Invest Banca
-Fides fiduciaria

 

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