Nelle ultime settimane mi sono giunte numerose email per richiedermi informazioni in merito ai certificati a capitale protetto, in particolare a quelli che attualmente quotano ad un prezzo inferiore a quello minimo che verrà rimborsato a scadenza, per cui ho deciso di dedicare un articolo ad hoc a questo argomento, interessante ma poco trattato.
Partiamo dalle basi, descrivendo che cosa sono i "certificati a capitale protetto": sono una particolare tipologia di certificates che permette all'investitore di partecipare al rialzo dell'attività sottostante oppure di incassare cedole periodiche, a seconda della tipologia del singolo certificato, beneficiando però contemporaneamente di una protezione del capitale al momento della scadenza.
La protezione del capitale può essere totale (100%) oppure parziale (90% o 95%) , è attiva solo a scadenza e si concretizza nel fatto che il certificato prevede una quota minima di rimborso, qualora l'andamento del sottostante non sia stato positivo nel corso della vita del certificates.
Esemplificando: se la protezione è del 100%, nello scenario peggiore il certificato rimborserà 100; al contrario invece se la protezione è del 90%, nello scenario peggiore il certificato rimborserà 90.
Ad un attento osservatore non sarà sfuggito che acquistare un certificato a capitale protetto ad un prezzo inferiore a quello minimo di rimborso, equivalga sostanzialmente ad acquistare una sorta di "zero coupon" con allegato un biglietto gratuito della lotteria.
Un esempio concreto, ti chiarirà ogni dubbio: il certifjcato con nome commerciale "equity protection" emesso da Banca Imi con sottostante l'indice Eurostoxx Select Dividend, attualmente quota in area 937 e prevede una protezione del capitale del 100% per cui a scadenza,nello scenario peggiore, il certificato rimborserà 1000, permettendo all'investitore di ottenere un rendimento minimo garantito, frutto della differenza tra il prezzo di mercato e quello minimo di rimborso.
Questa plusvalenza, ossia la differenza positiva di prezzo (1000-937=63), è considerata "reddito diverso" e quindi può essere utilizzata per recuperare eventuali minusvalenze pregresse, fornendo all'operazione anche un'efficienza fiscale.
Probabilmente ti starai chiedendo "perchè attualmente questo certificato quota sotto il valore minimo di rimborso? Dove è la fregatura?".
Tranquillo, non c'è nessuna fregatura: il prezzo del certificato quota ad un livello inferiore rispetto a quello minimo di rimborso perchè attualmente il sottostante si trova ad un prezzo inferiore al prezzo "strike", che è il livello di prezzo che determinerà il pagamento della performance positiva del certificato.
Questo significa che acquistando oggi in area 937 euro, a scadenza si potranno verificare due scenari:
-nello scenario peggiore, il prezzo del sottostante sarà inferiore al livello dello "strike" per cui l'investitore incasserà 1.000 euro, salvo default dell'emittente del certificates (banca Imi), ed otterrà il rendimento minimo, frutto della differenza tra il prezzo di acquisto e quello minimo di vendita;
-nello scenario positivo, il prezzo del sottostante sarà superiore al livello dello "strike" e il certificato, oltre a rimborsare 100 euro, pagherà anche la performance positiva del sottostante, permettendo quindi un extra rendimento rispetto al rendimento minimo.
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Nella tabella che segue, elaborata su dati Cedlab, per ogni certificato ho indicato l'emittente, il nome commerciale, il sottostante a cui è collegato, la data di scadenza, la valuta di denominazione, il prezzo attuale e quello minimo di rimborso.
Inoltre ho indicato sia il "rendimento semplice" che il "rendimento assoluto" ossia la differenza in termini percentuali tra il prezzo di mercato e quello minimo di rimborso a scadenza, in modo da evidenziare i certificati che permettono il maggiore recupero di minusvalenze, dal momento che la differenza di prezzo positiva tra il prezzo di mercato e quello di rimborso è considerata "reddito diverso".
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Nel rispetto delle vigenti normative si specifica che in questo articolo il materiale è stato prodotto da Gabriele Bellelli, investitore privato e formatore (in seguito “autore”) il giorno 23 aprile 2019 alle ore 11 e diffusa al pubblico per la prima volta il 23 aprile 2019 alle ore 12.
L’autore del presente articolo non si trova in un rapporto o circostanza da cui possa ragionevolmente attendersi la compromissione della correttezza della presente comunicazione o la presenza di eventuali conflitti di interesse, a titolo esemplificativo e non esaustivo, non percepisce una remunerazione per il servizio di analisi sui prodotti finanziari oggetto del seminario da parte dell’emittente di tali prodotti, e detiene alcuni dei prodotti finanziari citati.
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