Ottenere un rendimento del 17% in poco più di un anno sfruttando il passare del tempo

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 24/06/2022 12:49

Il periodo di incertezza sui mercati azionari prosegue anche negli ultimi giorni, con lo spettro recessione sempre più incombente, nonostante le continue smentite che arrivano dalle banche centrali. Guadagnare dalla crescita dei corsi azionari in un momento del genere è dunque un’impresa ardua, almeno investendo linearmente sui singoli titoli; decisamente più fattibile è invece ottenere rendimenti investendo in certificati, sfruttandone le ormai ben note caratteristiche intrinseche. Il possessore di tali strumenti non beneficia soltanto dell’apprezzamento dei sottostanti, ma anche del trascorrere del tempo (i certificati a barriera discreta sono infatti generalmente “theta positivi”), che consente di vedere apprezzare il proprio investimento all’avvicinamento a scadenza del prodotto, oppure anche soltanto ad una delle date di potenziale rimborso anticipato nel caso in cui i sottostanti siano abbastanza vicini al trigger autocallable.

Il prodotto di questa settimana è stato specificatamente scelto in base alla composizione del basket, scritto su titoli poco volatili (Engie, Snam, Enagas, con una volatilità implicita che va dal 23% di Snam al 32% di Engie) ed appartenenti ad un settore tradizionalmente difensivo come quello delle utilities. I titoli appartenenti a tale settore, infatti, oltre ad operare in business particolarmente anticiclici, generando così flussi di cassa positivi e costanti nel tempo, tendono anche a beneficiare della riduzione dei rendimenti obbligazionari che si ha generalmente in un contesto di contrazione economica, risultando in questo modo un asset in qualche modo assimilabile ai bond.

Scendiamo ora nello specifico del prodotto, il Phoenix Memory Maxi Coupon (ISIN: XS2160367434) emesso da BNP Paribas e quotato sul segmento Cert-X. La prima caratteristica particolarmente interessante del certificato risiede nella quotazione a sconto rispetto la componente lineare: il prodotto (valore nominale pari a 100 euro) è infatti attualmente acquistabile ad un prezzo ask pari a circa 89,9 euro, in confronto ad una quotazione del sottostante worst of Enagas al 98,59% dello strike (il titolo staccherà però in data 5 luglio 2022 un dividendo lordo pari a 1,02 euro, scendendo così, in linea teorica, al 94% circa dello strike price). L’altra peculiarità della struttura è rappresentata dalla scadenza non particolarmente lontana, fissata in data 14 agosto 2023, ossia poco più di un anno a partire da oggi; il certificato prevede inoltre la possibilità, alle date di osservazione a cadenza trimestrale (prossima l’8 agosto 2022) di rimborso anticipato del valore nominale qualora tutti i titoli rilevino al di sopra del 100% dei rispettivi strike price (il trigger autocallable è fisso).

Queste due caratteristiche consentono così all’investitore di ottenere un rendimento potenziale del 17,6% complessivo entro agosto 2023, corrispondente al 15,3% annualizzato, in condizioni di lateralità dei sottostanti e supponendo l’incasso dei 5 premi trimestrali a memoria residui a scadenza, ciascuno pari all’1,13%. Non solo, qualora Enagas riesca a recuperare il trigger autocallable entro la prossima data di rilevamento, il rendimento potenziale sarebbe pari al 12,5% in appena un mese e mezzo; il gioco può insomma valere davvero la candela, considerando anche il rischio limitato insito nell’esposizione in questa tipologia di sottostanti. A tal proposito, si osservi infine il posizionamento della barriera capitale sul titolo Enagas (posta ad una distanza del -29% circa dalla quotazione corrente): la soglia dei 14,86 euro non è stata violata dal titolo nemmeno in occasione della discesa di marzo 2020 legata allo scoppio della pandemia, essendo stata stabilmente superata dall’azione a partire da novembre 2012.


 

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