Oroscopo 2019 per economia e mercati finanziari

Patrizia Puliafito Patrizia Puliafito - 07/01/2019 14:34

Dopo aver consultato gli oroscopi personali per il 2019, vediamo a grandi linee cosa prevedono economisti e strategisti per le economie e i mercati finanziari. Azioni o obbligazioni?

Nel 2019 l’economia globale rallenterà. Questo è il  primo punto su cui concordano economisti e strategisti italiani e stranieri.  Il Pil globale è stimato in crescita tra il 3,1% -3,5%. In flessione dal 3,8% del 2018

In controtendenza  i mercati emergenti che recuperano dopo un 2018 difficile che li ha visti penalizzati. il Pil è stimato in crescita del 4%-5%.


Economia Usa

Anche negli Usa l’economia rallenta ma dovrebbe rimanere sopra la media, grazie all’aumento significativo degli investimenti, dell’occupazione e dei salari. L’incognita che pesa sull’economia Usa e globale è l’evoluzione della guerra dei dazi.  Previsione PIL 2019 per gli Usa su base annua: +2,7%.  L’inflazione è stimata al 2% .


Economia Eurozona

Grazie alla politica monetaria  della Bce ancora accomodante – i tassi dovrebbero cominciare ad aumentare nella seconda metà del 2019 – la domanda interna dovrebbe continuare a espandersi, ma a un ritmo rallentato rispetto al passato. Si stima che si  torni ai livelli del 2016 .  Le tre grandi incognite che pesano sull’Eurozona sono:  Brexit, elezioni politiche europee e le guerre sui dazi.   Il  PIL nel  2019 su base annua è previsto in crescita dell’ 1,8%.

In Svizzera l’economia dovrebbe beneficiare dell’ininterrotta crescita tra i principali partner commerciali. La forza del CHF dovrebbe ridursi, mentre la Banca nazionale svizzera resterà probabilmente in attesa del momento in cui la BCE inizierà ad aumentare i tassi. (Previsione PIL 2019 su base annua: +1,7%).

 

Economie Sudamericane

Le due principali economie della regione sudamericana – Brasile e Argentina – resteranno probabilmente deboli nel 2019, ma con l’insediamento del nuovo governo in Brasile e il prestito del Fondo Monetario Internazionale (FMI) a favore dell’Argentina, entrambi i paesi hanno iniziato a mettere mano ad alcune delle loro problematiche  in campo economico e fiscale. (Previsione PIL 2019 Brasile su base annua: +2,3%).
 

Emergenti: i fattori da cui dipende la crescita

  • Dollaro: Un’economia statunitense forte è di norma positiva per i mercati emergenti, ma se la crescita è troppo forte, la Fed tira il freno, aumentando i tassi d’interesse e rilanciando il dollaro. Ciò incide sui mercati emergenti, soprattutto su quelli che pagano gli interessi sul debito estero in dollari. L’auspicio è quindi di un indebolimento del dollaro. Gli osservatori dei mercati si attendono quindi che la Fed, dopo l’annunciato aumento dei tassi a marzo, assuma una posizione più cauta.
  • Allentamento delle tensioni tra Cina e Trump sui dazi che darebbe grande slancio ai mercati emergenti (e non solo) perché il Pil di questi paesi è legato alla crescita delle esportazioni globali Se le tensioni da protezionismo verranno stemperate e il dollaro s’indebolirà, gli Emergenti saranno i mercati da sovrappesare, in particolare India e Cina.
  • Cina: Finora la Cina ha reagito alla politica commerciale degli Stati Uniti con una serie di concrete contromisure a sostegno dell’economia, ma non si sa quando questi interventi daranno buoni risultati, mentre l’effetto immediato della guerra commerciale ancora in atto, provocherà un rallentamento della crescita dell’economia cinese stimata intorno al 6%. La Cina seppur in rallentamento rispetto al passato resterà la locomotiva economica dell’area asiatica.


Mercati finanziari 

Gli sviluppi politici imprevisti potrebbero continuare nel 2019 ad avere conseguenze  sui mercati finanziari come è successo nel 2018

Azioni e obbligazioni

  • Azioni: In una fase di estensione del ciclo, la maggior parte degli strategisti e gestori, prevedono che le azioni continueranno  a sovra performare rispetto alla maggior parte delle classi di attivi. In particolare a recuperare terreno dopo la fase di debolezza del 2018 saranno leazioni dei mercati emergenti che hanno buone valutazioni
  • Continueranno ad essere interessanti anche i titoli dei settori IT e sanità per le loro innovazioni.
  • Le società ad elevata capitalizzazione operanti in settori altamente regolamentati in Europa (telecomunicazioni, banche, servizi pubblici ed energia, settore automobilistico) dovranno        fronteggiare le forti pressioni provenienti dalle varie autorità regolatorie e potrebbero risentire negativamente di tale difficile contesto normativo.
  • Le imprese europee a ridotta capitalizzazione rimangono in una posizione strategica migliore. Essendo fuori dal radar degli investitori, riescono a generare performance in un’ambiente meno complesso.
  • Su un orizzonte temporale più lungo, le small cap europee performano come  le loro pari statunitensi.
  • Obbligazioni: Sul reddito fisso non c’è unità di vedute da parte degli strategisti.   Credit Suisse prevede un moderato aumento dei rendimenti dei titoli di Stato core e un allargamento degli spread creditizi societari. In questa fase del ciclo, i crediti di investimento statunitensi appaiono  meno interessanti rispetto a un mix di titoli di Stato in dollari e obbligazioni ad alto rendimento.
  • Le obbligazioni in monete diverse dal dollaro, quelle dei mercati emergenti, sia in moneta pregiata, sia in moneta locale dovrebbero sovra performare se la Fed allenterà la pressione sui tassi.
  • Le obbligazioni di altre regioni con monete forti come Giappone, Eurozona, Svizzera, resta giustificata solo una durata breve, poiché i rendimenti sono ancora  bassi.


Articolo di Patrizia Puliafito
Fonte: www.salvadenaro.com

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