Una delle domande più gettonate in questo momento, in merito in particolare all’operazione Intesa SanPaolo – Ubi banca, è “cosa succede ai certificati di investimento in occasione di una operazione straordinaria?”.
La domanda è semplice mentre la risposta è più articolata e meno scontata di quanto generalmente non sia dichiarato.
Partiamo dalla regola generale e poi arriviamo al caso specifico dell'OPS di Intesa SanPaolo e Ubi banca.
In occasione di ogni operazione straordinaria, ad esempio un aumento di capitale che coinvolge un titolo azionario che è sottostante di un certificato, i valori di un certificato vengono rettificati con la conseguenza che gli elementi base, come i livello di Strike, della Trigger e della Barriera ma anche il Multiplo, siano automaticamente rettificati.
Un esempio concreto ti chiarirà ogni dubbio.
Ipotizzando che il valore di rettifica sia il coefficiente K di 0,50 mentre lo Strike sia 12 euro e la Barriera sia 6 euro, i nuovi valori saranno:
-Strike = 12 * 0,50= 6,00 euro
-Barriera = 6 * 0,50= 3,00 euro
Sulla carta il meccanismo è semplice mentre nella realtà occorre fare i conti con un dettaglio non secondario: esistono due distinte modalità di rettifica dei valori di un certificato.
Una prima modalità utilizza il “coefficiente K” ed è la soluzione che utilizza il calcolo adottato dall’IDEM per le opzioni.
Una seconda modalità utilizza il calcolo dell’Eurex che si sviluppa in due passaggi: un primo passaggio rettifica in funzione di un paniere composto da 1 azione + 1 diritto mentre un secondo passaggio, che si svolge al termine dell’aumento di capitale, prevede la rettifica in funzione di un unico sottostante.
Ad un attento osservatore però non sarà sfuggito come questa seconda modalità sia tendenzialmente sfavorevole all’investitore dal momento che il prezzo del diritto generalmente tende a deprezzarsi durante l’aumento di capitale.
A complicare il quadro c’è il fatto che ogni emittente è libero di adottare la modalità di rettifica che ritiene più idonea.
A titolo di completezza, sottolineo come in occasione di un aumento di capitale occorre rilevare un altro aspetto.
Il meccanismo di rettifica dei valori di un certificato, ad esempio la Barriera, si concretizza solo nel momento in cui inizia l’aumento di capitale.
Questo significa che se in occasione dell’annuncio di un aumento di capitale, il prezzo del sottostante diminuisce a tal punto da violare il valore di una barriera continua intraday, in questo caso la barriera è considerata violata e il certificato perde la protezione condizionata del capitale.
Prima di descrivere il caso specifico di Intesa - Ubi, ti ricordo che oggi (martedì 14 luglio) svolgerò un webinar gratuito intitolato "Rendimento e protezione con i certificati d'investimento" che si svolgerà dalle ore 18 alle 19 in cui ti segnalerò numerose soluzioni di investimento da valutare per il tuo portafoglio.
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Nel caso specifico invece dell’operazione Intesa SanPaolo – Ubi occorre partire da un presupposto: è necessario conoscere il risultato dell’OPS (Operazione Pubblica di Scambio) per determinare la rettifica.
Questo significa che se l’OPS si concluderà con successo, i certificati che hanno come sottostante Ubi banca, verranno rettificati sia a livello di sottostante che di livelli di Strike, di Trigger, di Barriera e di Multiplo.
Al contrario invece se l’operazione si concluderà senza successo, i certificati non verranno rettificati per cui le caratteristiche resteranno immutate rispetto a quelle determinate al momento dell’emissione.
Ovviamente i certificati in cui Ubi banca o Intesa San Paolo sono emittenti e non sottostanti, non subiscono nessuna variazione o rettifica in entrambi gli scenari.
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