Mercati Emergenti, un'opportunita' imperdibile

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 01/02/2021 15:01

La risposta al Covid è stata differente da nazione a nazione, un focus su come i mercati emergenti possano beneficiare in questo contesto.

La crisi scatenata dal Covid-19 nel 2020 ha creato profonde divergenze tra i diversi paesi, sia da un punto di vista della risposta fiscale adottata dai governi sia dagli effetti causati sul tessuto economico. L’intervento della Federal Reserve, dalla quale dipende l’andamento del dollaro e di conseguenza molti equilibri internazionali, è stato rapido e deciso nel tagliare i tassi d’interesse, ed assieme al forte stimolo fiscale intrapreso dal governo degli Stati Uniti, ha provocato una forte svalutazione della moneta statunitense, rendendo meno attraenti i rendimenti sui Treasury Bond americani.

I dati macroeconomici confermano come ormai le economie dei paesi sviluppati e dei paesi emergenti siano sulla via del recupero e ciò apre la possibilità di investimenti su segmenti di mercato che potrebbero probabilmente avere un forte apprezzamento nei prossimi periodi. 

A tal proposito, notiamo come le condizioni per una crescita dei mercati emergenti, riferendosi sia al comparto azionario sia alla valuta nazionale, possano beneficiare da questo contesto di debolezza del dollaro in quanto, data la profonda divergenza tra i rendimenti governativi dei diversi paesi, troviamo l’opportunità di effettuare un carry trade, scegliendo di indebitarsi proprio in USD e di investire in valute che presentano rendimenti più alti, associati a più alti risk premium.

Inoltre, è risaputo che i mercati emergenti presentano storicamente una volatilità più alta rispetto ai mercati azionari occidentali, pertanto, in fase di ripresa economica, tendono a sovraperformare causando un afflusso di capitali.

L’ecosistema macroeconomico presenta quindi un terreno fertile per lo sviluppo di questi paesi che, data la crescita demografica e una forte de-globalizzazione di beni e servizi a seguito del Covid, cominciano ad assumere sempre più un ruolo di rilevanza nella scena mondiale.

L’investimento per un buon orizzonte temporale potrebbe essere la strada giusta per gli investitori che puntano a questa imponente crescita e grazie alla possibilità che i certificati di investimento ci offrono è possibile prendere posizione su questo segmento strategico riducendo di molto i rischi e alzando le probabilità di un ritorno positivo sul portafoglio.

L’istituto francese Societè Generale ha recentemente emesso sul mercato Euro-Tlx dei prodotti denominati Cash Collect Plus con i quali è possibile investire su diverse valute del panorama dei mercati emergenti tra cui il rublo russo, il real brasiliano, il rand sudafricano e la lira turca per una durata massima di tre anni, in relazione con l’euro.

Tali strumenti permettono di ricevere il rendimento sotto forma di coupon mensili nel caso in cui il cambio non rilevi al di sopra del livello definito trigger cedolare ma, nel caso in cui ciò avvenga, grazie all’effetto memoria di cui sono dotati i premi periodici, sarà possibile ricevere tutti quelli non percepiti quando il sottostante rispetterà la condizione di pagamento. L’ammontare di tali coupon varia dall’1,1% per i cambi più volatili, come la lira turca, a 0,4% per quelli più prudenti, come il rublo russo. Nella prima data di rilevamento del 2022, l’emittente ha introdotto la possibilità di rimborsare anticipatamente il certificato del suo valore nominale di 1000 euro se le valute sottostanti avranno avuto un apprezzamento rispetto ai rispettivi strike, rendendo particolarmente vantaggioso l’acquisto ad un prezzo sotto la pari.

Opzione plus

L’aspetto difensivo di questa tipologia di prodotti, nonché la sua qualità di spicco, risiede nella barriera del capitale che va dal 120% al 150% rispetto ai prezzi iniziali e coincide con il livello di trigger cedolare. Grazie all’opzione plus, in caso di scenario avverso sull’investimento, ovvero di deprezzamenti delle valute emergenti contro l’euro, un rilevamento al di sopra della barriera comporterebbe un valore di rimborso pari al valore nominale rettificato per la differenza tra il cambio e tale livello.

A titolo di esempio, nel caso in cui si scelga uno di questi strumenti dotato di barriera posta al 120%, un rilevamento al 130% rispetto al livello strike, comporterebbe un valore di rimborso del prodotto di 900 euro, data la differenza del 10% tra i due.

La strada per il pieno recupero è maggiore per questi paesi rispetto ai paesi europei e agli Stati Uniti e da un momento di ripartenza come quello attuale l’upside potenziale per queste valute potrebbe essere molto elevato.

Articolo a cura di Pierpaolo Scandurra
Fonte: certificatiederivati.it

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