Mercati azionari come Jannik Sinner

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 29/11/2024 11:02

Siamo dunque al 52esimo massimo storico per lo S&P500, che imita così il più conservativo Dow Jones: ben avviato verso il target atteso per fine anno. Per quello di fine 2025, appuntamento all'attesissimo Outlook sui mercati di AGE Italia.

Wall Street quest’anno è come Sinner: conosci già in partenza il vincitore dell’incontro, il dubbio riguardando casomai soltanto il risultato. Con la seduta di ieri, sono 52 i nuovi massimi storici raggiunti quest’anno dallo S&P500. Un investitore intimidito dal primo record nel 2024, avrebbe tirato i remi in barca già con lo S&P500 a 4840 punti. I nuovi massimi si comprano, non si vendono: è statisticamente accertato.
A proposito di nuovi massimi, ieri sul NYSE le società quotate in simili condizioni su base mobile annuale sono risultate quasi il 15% del totale. Un allargamento che conforta, e dimostra la salutare rotazione settoriale in atto, come commentiamo nel Rapporto Giornaliero di oggi.

Così lo S&P500 raggiunge l’indice equiponderato, dopo che il Dow Jones Transportation ha imitato l’Industrial nel conseguire a sua volta un nuovo massimo assoluto. Le conferme insomma non mancano, sul piano teorico. Il Nasdaq in termini relativi resta sottotono, ma ha partecipato comunque al rialzo, guadagnando terreno nelle ultime sei sedute al pari dello S&P500: non accadeva da febbraio 2021.
La settimana del Ringraziamento insomma sta onorando le facili previsioni della vigilia. E le prossime due sedute non dovrebbero essere da meno. Specie per il negletto Nasdaq, salito in 45 degli ultimi 50 anni nella due giorni a cavallo del Thanksgiving; con un track record eccellente di 31 su 31 negli anni in cui si è arrivati a questo sentito appuntamento con un saldo settimanale positivo, come naturalmente si registra nel 2024.

Nel frattempo il rilascio delle minute del FOMC di novembre rivela una crescente dialettica in seno al direttorio della banca centrale americana, a proposito del livello effettivo del tasso neutrale: un tema che sicuramente terrà banco nei prossimi mesi, e che induce molti esponenti ad esprimere cautela circa l’easing monetario. Ancora probabile un taglio a dicembre – ma molto dipenderà dagli ultimi due rapporti dell’anno su occupazione e prezzi al consumo – ma potrebbe essere l’ultimo prima quantomeno di una pausa.
Non sorprende che il mercato obbligazionario stia trovando conforto da questo crescente convincimento, con il declino dei rendimenti che rilancia il promettente settore finanziario, allargando la base del bull market. Che potrebbe conoscere un paio di sedute di consolidamento dopo il prossimo picco suggerito dal Delta System; fermo restando il target per le prossime settimane enunciato nel rapporto di ieri. Per quello da qui ad un anno, sarà necessario pazientare fino alla pubblicazione del 2025 Yearly Outlook.

Gaetano Evangelista
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