L’adagio “Sell in May and go away” divenuto popolare negli USA già nel secolo scorso recita dell’opportunità di un disimpegno dai mercati azionari intorno al Memorial Day (ricorrenza del 29 maggio) per tornare sul mercato dopo il Labour Day, a inizio settembre.
C’è della statistica dietro il detto, con un contesto grafico e macroeconomico che tuttavia ogni anno non è mai uguale a sé stesso, che resta sempre sfidante nella sua previsione evolutiva, con conforto, nonostante o oltre la statistica (ogni tecnica seleziona, utilizza o miscela diversamente tali termini).
Quest’anno, nell’ultimo scampolo di maggio, si prefigura un compromesso sul rifinanziamento del debito USA, che, a dire il vero, non ha mai acceso la miccia del panic selling.
Il monitoraggio dell’attività economica e dell’inflazione restano i principali market mover di periodo, con le buone notizie sulla prima che rischiano di rinfocolare le aspettative sulla seconda.
In realtà le ultime settimane – e a ben vedere, gli ultimi mesi - ci restituiscono un momentum di sprint delle azioni tech dei grandi nomi che si intestano la più grande parte del balzo di oltre il 20% dell’indice tecnologico NASDAQ, già in risveglio per le prime scommesse sulla fine del rialzo tassi.
Si sta tentando di stimare quale crescita aggregata possa portare l’ineluttabile crescente applicazione dell’intelligenza artificiale nelle professioni, nella finanza, nella salute, nei consumi, senza trascurare l’impatto sulla scelta e la composizione dei fattori produttivi. Fenomeno indubbiamente complesso, dunque.
Tornando all’osservazione del grafico, che nette a terra le azioni e le aspettative del mercato, l’epilogo di maggio può rilasciare qualche indizio aggiuntivo per decidere se affidarsi o meno all’adagio citato in apertura.
L’indice DAX, a nostro avviso è nella condizione grafica migliore per rilasciare informazioni grafiche utili: dopo una capacità vista in questo mese di ritoccare (visto 16332) il già massimo di novembre 2021 (a 16290), sarà interessante ricercare una coerente capacità di concludere maggio almeno sopra 15950, pena la catalogazione di quella vista in maggio come effimera (e falsa, in prima battuta) rottura di precedente massimo. Nel caso in cui maggio si congedi sotto 15950, per il DAX si inizierebbe dunque a guardare in maniera strategica al fronte ribassista (con rientro in long strategico solo sopra il massimo visto in maggio, in quel caso).
Un epilogo di maggio superiore ai 15950 avrebbe invece la conseguenza di mantenere illuminato il fronte rialzista del DAX, dal punto di vista strategico, in cui arretramenti che andassero a rivedere anche l’intorno dei 15400-15500 sarebbero funzionali ad un reintegro strategico.
Indice DAX – grafico mensile. Fonte Visual Trader VT6
A cura di Giacomo Moglie
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