Le borse mondiali (ex USA) galleggiano minacciosamente sui supporti

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 20/06/2018 11:16

L'apparente quiete dei mercati nasconde delle increspature che possono diventare significative. Intanto per la seconda volta, quest'anno, il Dow Jones perde terreno per cinque sedute di fila. Nulla di drammatico, per carità, però abbastanza da evidenziare come il mercato azionario USA faccia fatica a decollare, se si esclude il plotoncino delle solite megasocietà tecnologiche. Il decano degli indici di Wall Street, al pari degli omologhi, è ripartito brillantemente dopo la sollecitazione dell'orbita della media mobile a 200 giorni, occorsa fra l'inizio di febbraio e l'inizio di maggio; ma non è andato oltre la resistenza indicata a suo tempo a 25400 punti.

Lo scenario resta ad ogni modo benigno, fino a quando il Dow si manterrà sopra quota 24000 punti.
Ma se la borsa americana, che pur risulta la più tonica delle ultime sei settimane (miglior piazza nel G25, subito dietro Taiwan), nei giorni più recenti fa fatica a confermarsi, il resto dei mercati azionari mondiali risulta ancora più in affanno. L'Eurostoxx50 è sceso vistosamente per la seconda seduta di fila, trascinato verso il basso dalla Germania e in generale da un persistente deterioramento macro, che segnaliamo sin dalla fine di novembre. L'indice citato sembra aver ora disegnato una "bandiera" ribassista, e andrebbe incontro ad un ulteriore e ancor più problematico ridimensionamento, dovesse venire meno il minimo di ieri.

Questo suggerisce come, in un mondo che escluda gli Stati Uniti (o che pur lo includa, avendo l'accortezza di rimuovere il FANG nelle varie sfumature), non è che le performance siano state finora radiose; al contrario: il rapporto di oggi mostra il MSCI World ex USA. Insomma, tutte le borse mondiali, tranne quella americana. E che cosa ne ricaviamo? ne ricaviamo un quadro tutt'altro che confortante: dopo il minimo di febbraio l'indice ha semplicemente galleggiato, incapace di ripartire; e adesso minaccia concretamente l'abbattimento della media mobile a 200 giorni, reduce da ben quattro sollecitazioni.


Si comprende bene come la perdita di questa soglia avrebbe implicazioni significative nel medio periodo; soprattutto per un portafoglio azionario che non contempli l'investimento nelle momentum stock americane che - lo ricordiamo - hanno da sole prodotto tutta la performance positiva di Wall Street da inizio anno.


Gaetano Evangelista
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