La complessità dei mercati finanziari.

Massimiliano Calveri Massimiliano Calveri - 25/04/2023 09:20

È palese come ormai operare sui mercati finanziari richieda sempre più una formazione ed esperienza specifica, non solo sul breve periodo (trading) ma anche e soprattutto sul medio e lungo periodo (investing).
Alcune certezze empiriche vi erano un tempo tra gli operatori e gestori. E sembrano essere venute meno da tempo!

Per esempio, entrando nei tecnicismi del breve periodo, si nota come le varie piazze mondiali non più come un tempo sono reciprocamente influenzate. Tokyo e le borse asiatiche aprivano e a loro si guardava in Europa prima dell'apertura. Quelle europee, poi, nel pomeriggio erano influenzate da Wall Street, soprattutto dal NASDAQ e dall' indice S&P 500.
Ciò avveniva tendenzialmente in positivo, ma soprattutto pesantemente in negativo.
Oggi questa interconnessione sembra essersi ridotta o addirittura non esserci. 
Chi fa trading, operando quotidianamente, penso abbia acquisito questa consapevolezza. 

Per quanto riguarda l'investimento sul medio e lungo periodo, invece, seguendo il canonico principio della diversificazione, sono stati in passato strutturati fondi con panieri formati da diversi asset (soprattutto azioni e obbligazioni), nell'ottica che essi siano fattori inversamente profittevoli in base ai cicli dell'economia.
Quindi il mantra è stato:
"se azionario si deprezza, si apprezza il segmento obbligazionario e viceversa; in tutto questo ciclo economico ci sarà anche il momento dell'apprezzamento delle materie prime, il loro apprezzamento e successivo deprezzamento". 
Tutto era dunque scontato e blindato e i fondi strutturati in genere con panieri con rapporti azionario e obbligazionario predefiniti (il classico 60/40 o viceversa)
Ma l'economia e la finanza non sono una scienza esatta. Fattori imprevedibili ed esogeni alle singole economie nazionali (guerra e pandemia), insieme alle politiche monetarie delle Banche Centrali (Fed e Bce in particolare), hanno portato ad avere indici delle borse tornati ad ottimi livelli, obbligazioni con rendimento interessanti e prezzi di materie prime alle stelle.

In questo scenario, il pericolo non è solo l'inflazione che erode il potere di acquisto dei consumatori, ma anche il rischio sistemico per l'aumento dei tassi obbligazionari che Banche (vedasi già il caso della Credit Swisse e della Silicon Valley Bank) e Stati potrebbero subire. 
Azionario, obbligazionario e materie prime, qualora dovessero proseguire ancora al rialzo, sarebbero sintomatici di una bolla finanziaria potenzialmente quasi imminente.
Se, invece, fisiologicamente, con l'auspicato controllo dell'inflazione il rapporto tra essi comincerà ad essere rapportato e basato sulla correlazione e ciclicità, tale pericolo sarà evitato.

Infine, nel panorama finanziario, inevitabilmente vanno incluse le criptovalute, asset finanziario decentralizzato (aspetto interessante) e speculativo (basato solo sulla domanda e offerta, ma senza la garanzia tipica degli strumenti finanziari tradizionali di un cosiddetto "sottostante" esistente). Menzionando la criptovaluta per eccellenza, il Bitcoin, non si può sottacere l'alta volatilità e imprevedibilità che lo ha caratterizzato ma anche e soprattutto il fallimento di numerose piattaforme di Exchange oltre al fatto di esperienze, finora non troppo brillanti collegate alle criptovalute, come quella dello El Salvador, diventato il primo paese al mondo a riconoscere Bitcoin come moneta a corso legale.

Mercati finanziari quindi sempre più complessi ma anche forse con più opportunità se si dedica studio, analisi e dedizione.


Massimiliano Calveri
Trader - educatore finanziario indipendente 
 

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