Il Panic Index ha raggiunto adesso la tripla cifra

Gaetano Evangelista - 17/06/2015 14:51

Alla vigilia di un FOMC che soltanto pochi mesi fa si diceva avrebbe decretato la conclusione del ciclo monetario espansivo negli Stati Uniti, le borse si concedono una seduta rinfrancante, dopo un periodo particolarmente impegnativo. Questo è valso in modo particolare per il Vecchio Continente, dove le delusioni macro sono state più incisive nel secondo trimestre: uno schema speculare rispetto a quello che ha caratterizzato il Q1, quando sono stati gli Stati Uniti a deludere, mentre l'Europa volava in tutti i sensi.

Questa divergenza comportamentale è ben visibile nel rapporto fra Stoxx600 e S&P500: due indici omogenei quantomeno per ampiezza della popolazione componente. Come si può notare, le borse europee hanno nettamente sovraperformato Wall Street, da inizio anno ad aprile; quando al contrario è iniziata una fase di sottoperformance che riteniamo sia destinata a proseguire idealmente fino a quando il confronto fra i CESI (Citi Economic Surprise Index) delle due sponde dell'Atlantico, tornerà ad arridere al Vecchio Continente.

Dove i listini manifestano una minore compattezza rispetto al passato: il citato indice sfiora il supporto offerto dalla media mobile a 200 giorni, mentre il DAX appare aver scaricato completamente gli eccessi; a differenza di Piazza Affari, dove non è stato ancora raggiunto un supporto degno di nota. Dal punto di vista del sentiment, però, si scorge ieri una configurazione degna di nota: il Panic Index ha raggiunto la tripla cifra, mentre il reciproco Greed Index si attesta su infimi livelli. Cosa ha riservato questa configurazione nel passato?

Gaetano Evangelista
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