Ãˆ il momento di cambiare strategia di portafoglio

Gaetano Evangelista - 09/07/2015 14:22

Piazza Affari sperimenta un violento rimbalzo, confortata dal comportamento tipico successivo ad una sequenza di tre sedute da (almeno) -3% nell'arco di 7 giorni. La casistica storica, come si commentava ieri, non è copiosa, ma legittimava l'aspettativa di una forte reazione. Vedremo se ora il mercato seguirà il percorso delineato per le prossime settimane, proposto dal modello previsionale presentato agli abbonati.

Potrà confortare apprendere che, a ieri, la borsa italiana risulti la migliore al mondo per performance dall'inizio dell'anno; almeno fra i primi 25 indici per capitalizzazione. Naturalmente c'entra molto il crollo di Shanghai e il ridimensionamento della borsa giapponese, che fino ad ora hanno efficacemente rivaleggiato con Piazza Affari. Si tratta tuttavia di un primato discutibile: il mercato non sforna più i brillanti progressi apprezzati fino a tre mesi fa, condizionato da un flusso di dati macroeconomici puntualmente inferiori alle (eccessive) aspettative.

La parola d'ordine resta quella della "cautela". Lo hanno capito bene gli investitori istituzionali di casa nostra, che da tempo affollano il mercato delle opzioni sul MIB, prediligendo l'acquisto di put a copertura del portafoglio. Anche ieri il Put/Call ratio si è spinto oltre quota 2 volte: è occorso praticamente dieci volte, nelle ultime sei settimane. Probabilmente ciò ha dissuaso le mani forti dallo smobilizzare con maggiore decisione le posizioni in azioni, essendosi immunizzate dai contraccolpi dei noti eventi esogeni con l'acquisto di put.

L'incertezza generalizzata dovrebbe indurre a considerare strategie che traggano beneficio da un contesto simile. La crescita economica ristagna, ed è il tempo di rispolverare un segmento di mercato che offre un interessante remunerazione: ne parliamo nel rapporto di oggi. Oltretutto, come si commenta nell'Outlook semestrale di imminente pubblicazione, la sopravvalutazione conseguita dal mercato azionario americano rende questo cambio di strategia praticamente un passo obbligato.

Gaetano Evangelista
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