Tre sono i vaccini anti Covid-19 di cui sono stati a oggi presentati i risultati delle sperimentazioni portati avanti dalle diverse cause farmaceutiche. Prima quello di Pfizer, poi quello di Moderna e qualche giorno fa quello di AstraZeneca.
Qual è il migliore? In attesa delle vaccinazioni di massa che partiranno in alcuni Paesi già a metà dicembre (in Italia si parla di metà gennaio) in Borsa il vincitore finanziario al momento è decisamente la società biotech Moderna le cui quotazioni nelle ultime 2 settimane sono salite di quasi il 40% (e oggi +6%). Più 8% le azioni Pfizer (poco più quelle di Biontech) mentre addirittura in ribasso nel lasso di tempo osservato sono le azioni AstraZeneca di circa il 4% (e mentre scriviamo perdono circa il 2,2%).
Il valzer dei vaccini
Il 9 novembre, l'azienda farmaceutica statunitense Pfizer e la tedesca BioNTech (che ha sviluppato materialmente nei laboratori la formula) hanno annunciato che il loro candidato vaccino ha un'efficacia del 95% (il primo annuncio era stato del 90%) a partire da 28 giorni dopo la prima dose. Le due aziende hanno presentato alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense l'autorizzazione per l'uso di emergenza del loro vaccino. In Italia, nel piano vaccini presentato dal commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, si stima che nel nostro Paese saranno disponibili, già da fine gennaio 2021, circa 3,4 milioni di dosi del vaccino Pfizer (che è quello al momento più “rognoso” da gestire dal punto di vista logistico) da somministrare a 1,7 milioni di persone
Le caratteristiche di conservazione del vaccino Pfizer prevedono che lo stesso possa essere mantenuto per 15 giorni dalla consegna nelle borse di conservazione del fornitore; può arrivare a 6 mesi, qualora si disponga di celle frigorifere a temperatura -75°.
Il 16 novembre la statunitense Moderna ha comunicato che il suo vaccino (mRNA-1273) ha avuto, sulla base dei test clinici sperimentali, un'efficacia del 94,5%, oltre a essere risultato sicuro e ben tollerato. Anche in questo caso i circa 30mila volontari sono stati divisi in due gruppi: chi ha ricevuto il vaccino e chi un placebo. Sono stati poi rilevati solo 100 casi di Covid-19, 95 dei quali su pazienti del secondo gruppo. Non sono stati segnalati effetti indesiderati, tranne rari casi di dolori muscolari e mal di testa, comunque passeggeri.
Sia il vaccino di Moderna che quello di Pfizer e BioNTech hanno una tecnologia che si basa sull'RNA messaggero, la molecola che si occupa di codificare le informazioni contenute nel DNA nelle cellule per far creare loro le proteine.
La multinazionale svedese-britannica AstraZeneca ha annunciato 3 giorni fa che il suo candidato vaccino, sviluppato con l'Università di Oxford, ha mostrato un'efficacia media del 70% sui 23mila volontari coinvolti nella fase 3 (quella su efficacia e sicurezza) della sperimentazione. Le informazioni diffuse da Astrazeneca sono relative alla sperimentazione in corso in Gran Bretagna e Brasile e riguardano 131 casi positivi, trattati con due differenti regimi. Il primo, con la somministrazione di mezza dose di vaccino iniziale e una dose piena dopo un mese, ha mostrato un’efficacia pari al 90%.
Il secondo, con due dosi piene somministrate a distanza di un mese, è arrivato al 62% di validità. Da questi due risultati la media annunciata è del 70%. L’efficacia dichiarata da Astrazeneca ha riguardato diverse fasce d’età, compresa quella degli anziani, per un tempo di validità ancora da dover stabilire.
Il secondo vaccino, con due dosi piene somministrate a distanza di un mese, è arrivato al 62% di validità. Da questi due risultati la media annunciata del 70%. L’efficacia dichiarata da Astrazeneca ha riguardato diverse fasce d’età, compresa quella degli anziani, per un tempo di validità ancora da dover stabilire.
Allo sviluppo del vaccino ha partecipato anche la società italiana Irbm di Pomezia, specializzata nel trattare gli adenovirus depotenziati. Questo vaccino, infatti, si basa sui vettori virali da adenovirus, in grado di codificare la proteina "spike" usata dal Sars-Cov2 per infettare le cellule. L'obiettivo del vaccino è quello di fare in modo che il sistema immunitario individui la proteina per eliminare il virus.
E l’Italia ha puntato soprattutto sul vaccino di AstraZeneca visto che di questo ha pre-acquistato tramite una trattativa dell’Unione Europea 100 milioni di dosi, di cui 70 milioni di dosi dovrebbero arrivare entro giugno 2021.
AstraZeneca ha promesso al mondo il maggior numero di dosi, circa 3 miliardi. E ha puntato sul prezzo basso e sul fatto di non guadagnare molto per riconquistarsi una posizione importante nel mercato anche dei vaccini. Da 3 a 5 dollari costerà la dose di AstraZeneca contro i 19 dollari a dose somministrata di quello Pfizer/Biontech e 21/31 dollari di quello Moderna.
AstraZeneca sta affrontando il compito di sviluppare e distribuire rapidamente un vaccino pandemico dopo essersi reinventato negli ultimi anni come un concentrato di farmaci contro il cancro. Aveva sofferto anni di contrazione delle entrate poiché i blockbuster (i prodotti più venduti e profittevoli) nel suo portafoglio erano stati colpiti dalla concorrenza dei generici quando i brevetti erano scaduti. E anche secondo il Wall Street Journal: “Il vaccino ha innalzato il profilo di AstraZeneca presso i leader globali e le organizzazioni sanitarie”.
Il vaccino Oxford-AstraZeneca è il vaccino Covid-19 più preordinato dai governi a livello globale, rappresentando circa il 42% delle dosi su ordinazione, secondo la ricerca della Berenberg Bank.
Per gli investitori al momento il vincitore di questa serie di annunci è Moderna ovvero è la società che viene stimato dagli investitori che aumenterà più i profitti grazie al Covid-19 e al suo vaccino.
Articolo a cura di Salvatore Gaziano, analista e consulente finanziario autonomo, strategist di SoldiExpert SCF società di consulenza finanziaria indipendente iscritta all’Albo OCF
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