Il FTSE MIB barcolla ma non molla
Tony Cioli Puviani - 12/12/2019 14:04
Nella prima giornata del mese di dicembre il FTSE MIB è passato rapidamente da un massimo di 23,403 ad un minimo di 22,698 punti, un’escursione del 3%, la più ampia di tutto il 2019. Le vicende interne sul MES e le solite minacce di Trump avevano indotto gli operatori ad alleggerirsi in attesa di sviluppi positivi. Come oramai d’abitudine, il resto della settimana è stato dominato da notizie rassicuranti sul fronte della guerra commerciale che hanno riportato gli indici di borsa sostanzialmente sul livello di parità rispetto la chiusura della settimana precedente.
Anche se solo per una manciata di punti, l’indice italiano presenta quindi la terza candela weekly consecutiva col colore rosso confermando l’incertezza dell’ultimo periodo.
Dal punto di vista fondamentale continua la persistente differenza tra l’economia europea e quella yankee.
Sempre in affanno l’economia tedesca: la produzione industriale perde il 5,3% sull’anno scorso e gli ordini all’industria sono inaspettatamente in territorio negativo (-0,4%) mentre era atteso un mini rimbalzo; ancora male il manifatturiero, colpito il settore dei beni capitali (-4,4%), in particolare il comparto automobilistico e ingegneristico. La prima economia dell’Eurozona non esce dalla stagnazione sebbene abbia evitato la recessione tecnica (nel terzo trimestre il PIL è cresciuto del +0,1%).
Da una parte quindi la vecchia Europa ancorata dalla stasi della Germania. Una Germania rispettosa delle regole di bilancio che fungono da camicia di forza che, prima o poi, sarà destinata ad essere tolta per le pressioni sempre crescenti degli altri partner europei. Dall’altra parte gli Stati Uniti d’America con dati sempre sfavillanti: 266.000 nuovi impieghi nel mese di novembre e tasso di disoccupazione al 3,5%, il minimo da 50 anni. Una resilienza dell’espansione che rende gli outlook sul 2020 più incoraggianti rispetto a quelli precedenti. Unica incognita il deficit (6% sul PIL) ed un debito sempre più abnorme.
Il nostro listino è sorretto non dalle proprie forze ma dalla straripanza dei listini USA, il che non è affatto un’anomalia ma rientra nelle logiche di sempre.
La litigiosità crescente del governo giallo-rosso, i balletti sulla manovra, le elezioni regionali in Emilia-Romagna, il rinvio della riforma del MES sono problematiche che vengono quindi neutralizzate dalla cadenza diS&P500 e NASDAQ.
Se van bene gli States, allora il dollaro rimane sostenuto e l’export dell’Europa non pregiudicato, sempre che le minacce trumpiane non si concretizzino.
“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” mi vien da dire, ma d’altronde la precarietà dei prezzi è insita nei mercati.
Rimango con le mie call vendute: “Vento d’autunno intriso di sabbia …” cantavano Le Orme in uno stupendo brano del 1975, “Amico di ieri”.
Leva Fissa
Fonte: certificati.vontobel.com
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