La terza settimana di giugno era partita malissimo. Lunedì 15 giugno, l’indice nipponico Nikkei 225 aveva archiviato la sessione con una perdita del 3,47%. In mattinata, il future giugno dello S&P 500, aveva toccato un minimo a 2935, quello del NASDAQ-100 a 9381,75 e quello del DAX a 11589,5. Tutte le borse azionarie si stavano avvitando verso un pericoloso ribasso, quando però progressivamente si è sparsa la notizia che la Fed stesse annunciando un piano d’acquisti di bond corporate USA fino a 750 miliardi: le borse azionarie hanno cambiato d’umore recuperando velocemente le perdite per poi mettere a segno importanti progressi. Il giorno successivo, il future sullo S&P tocca un massimo a 3167,75 recuperando la bellezza di 232,75 punti (+7,9%), il future del NASDAQ-100 arriva al massimo di 10013,75 (+6,7%) e quello del DAX arriva fino a 12439 (+7,3%). Al solito mamma Fed, con “sense of timing” degno del grande Sir Alfred Hitchcock, aveva salvato i mercati da una situazione traballante. La settimana prosegue in moderato rialzo con i realizzi che avvengono solo dopo le scadenze tecniche sugli indici USA di venerdì 19.
Sebbene si tenda a concentrarsi sui rischi di ricadute dovute a possibili ritorni del contagio, credo invece sia meglio fare riflessioni su come procederà l’economia globale alla luce di quello che sta succedendo. Sembra che la forza dell’economia e di conseguenza l’andamento degli indici di borsa dipendano solo dalla quantità di debito che governi e banche centrali siano in grado di sostenere. Nella realtà la liquidità può essere anche infinita, ma se coloro che ne hanno bisogno non sono considerati solvibili, chi fornisce credito (banche ed investitori) non si prende il rischio di fare i prestiti e quindi non è detto che un’espansione di massa monetaria coincida con un incremento del credito all’economia, anzi, spesso si è assistito ad una paradossale contrazione. Se ad un incremento della massa monetaria vi è una correlazione inversa della velocità di circolazione della stessa, la situazione in termini d’inflazione non cambia. Alla luce di quanto detto sopra, è lecito porsi qualche dubbio sulle future eccitazioni dei mercati ad ogni ulteriore iniziativa delle banche centrali: la parte più facile per gestire la crisi (emettere moneta) è già finita, d’ora in poi toccherà fare i conti con la realtà!
Tenere conto della manipolazione strutturale delle realtà attuata dalle banche centrali significa quindi considerare eventuali rischi di coda sempre presenti nei mercati e quindi attuare scelte di investimenti coerenti con la situazione senza farsi abbindolare dall’andamento dei mercati accondiscendenti al clima instauratosi ma pronti a colpire come i serpenti a sonagli. Le Borse ormai salgono soltanto in base agli annunci e alle promesse, di fronte alle realtà invece si spaventano.
Rimango anche dell’idea che i potenziali effetti generati da news come quelle di un nuovo test positivo su un vaccino anti-Covid in sperimentazione, o ancor meglio nuovi piani Fed, come quello di comperare direttamente azioni, ulteriori piani espansivi, tassi negativi et similia, saranno sempre presenti nell’arsenale finanziario di coloro che hanno interesse di sostenere i listini, quindi, aspettiamoci un’estate calda e piena di colpi di scena. Più concretamente non credo ad un ritorno sui minimi per questo 2020, ma interpretando la fase attuale dei mercati come distributiva che precede l’inizio di un impulso ribassista, mi pongo in posizione di attesa pronto a sfruttare le prossime occasioni.
Buon inizio estate a tutti!
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Articolo a cura di Tony Cioli Puviani
Fonte: certificati.vontobel.com
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