Nei precedenti articoli abbiamo parlato della originaria funzione dei derivati, e successivamente abbiamo approfondito l’approccio teorico alla realtà pratica.
Oggi parleremo di un altro concetto di particolare importanza: il fair value.
Il Fair Value o Giusto Prezzo rappresenta il valore teorico del titolo confrontato con le sue quotazioni di mercato e verifica se le quotazioni stanno sovrastimando o sottostimando l’attività oppure se il valore stesso è in equilibrio.
Applicando il concetto di Fair Value a un derivato quale il future significa che il prezzo teorico al quale il future dovrebbe essere scambiato rende di fatto impossibile la convenienza di operazioni di arbitraggio fra sottostante e derivato, ovvero il valore del future è uguale a quello dell’indice di riferimento e del peso percentuale di tutti i titoli che lo compongono.
Il prezzo del Derivato ha un rapporto diretto con l’Indice Sottostante. Al crescere dell’Indice cresce ugualmente anche il prezzo del contratto Derivato, ma spesso il valore dell’Indice è diverso dal valore del Derivato. Questo si spiega con il fatto che l’Indice è composto da titoli definiti come Contratti a Pronti, ovvero con il prezzo regolato nell’immediato, mentre il Derivato è un Contratto a Termine, ovvero con prezzo regolato nel futuro.
Comprare le azioni di un intero indice comporterebbe un esborso monetario importante, mentre l’acquisto o la vendita del suo derivato, il Future, comporta semplicemente un margine a garanzia di circa il 10% del valore monetario nominale totale.
Nella determinazione del Fair Value di un Future che ha come sottostante un indice composto da titoli azionari è necessario calcolare anche lo Stacco dei Dividendi. Chi opera con i Derivati utilizza un prezzo Fair Value senza Stacco dei Dividendi ovvero al netto dei dividendi. Maggiori saranno i dividendi attesi sul contratto Future e minore sarà il suo valore.
Un altro fattore che influenza il Fair Value di un derivato è il suo tempo a scadenza. Il tempo è la Variabile connessa al concetto di incertezza sul valore future dell’indice. Maggiore sarà il tempo a scadenza e maggiore sarà il valore temporale, cioè il rischio che il valore futuro dell’indice si discosti dal valore attuale.
Fatti salvi i fattori che determinano il prezzo teorico del Future, Prezzo Indice, Tasso di Interesse, Dividendo, Tempo a Scadenza, non è difficile calcolare il Fair Value di una scadenza a Tre mesi.
Prendiamo come ipotesi un prezzo indice pari a 3000, un tasso di interesse pari ad 1% ed uno stacco dividendi che incide sui tre mesi di vita del contratto future a circa il 4%.
Dobbiamo moltiplicare il Prezzo Indice (3000) per il risultato della moltiplicazione della differenza tra tasso di interesse e stacco dividendi (0.01 – 0.04=-0.03) per il numero dei giorni di durata (90) diviso i giorni totali di un anno solare (365), ovvero 90/365=0.24657. Il totale che ne esce è il Fair Value e che in questo esempio equivale a -22.19 che moltiplicato per 3000 (prezzo indice) ed arrotondato al valore superiore ci rimanda ad un prezzo futuro a tre mesi di 2977.A questo punto dobbiamo ricordarci che la differenza di questi 23 punti fra Indice e Future tenderà gradualmente ad azzerarsi fino ad essere nulla il giorno della scadenza del Future. Siccome l’andamento dei prezzi di mercato si discosta in più o meno dal loro valore teorico non in modo lineare ma in modo asimmetrico, questa asimmetria delle quotazioni potrebbe dar luogo ad arbitraggi che permetterebbero di comprare l’attività sottovalutata e vendere l’attività sopravvalutata confidando nel certo allineamento dei prezzi perlomeno a scadenza del Future. Nella realtà attuale non è quasi mai possibile operare arbitraggi per inefficienze di mercato.
A cura di Bruno Nappini - www.sunnymoney.it/
Socio Professional Siat Csta - www.siat.org
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