Il mese si rivela tiepido e ricco di contrasti: dopo un gennaio particolarmente proficuo sono numerose le prese di profitto.
L’overview sugli indici di categorie azionarie a specificazione geografica premia l’Europa ed in particolare i paesi mediterranei. Di rilievo è il rimbalzo della Turchia (rimane quindi valido il trend di medio periodo e si archivia lo scivolone di gennaio). Sul podio troviamo anche l’Austria e l’Italia, coerentemente con la buona impostazione dei listini di riferimento. Il blocco asiatico e americano occupa invece la seconda metà della classifica con rendimenti perlopiù negativi ma di entità non allarmanti, che però vanificano i balzi del mese precedente. In generale l’esposizione a società value genera una sovraperformance.
Con riferimento alle categorie di prodotti attivi a specializzazione settoriale, quasi il 70% si muove in terreno negativo. Tra i migliori indici, anche se con performance solo debolmente positive, troviamo i settori più innovativi (Intelligenza Artificiale, Robotica, IT…) e quelli sostenibili.
I Monetari Dollaro Usa aprono il ranking delle categorie obbligazionarie per performance mensile, con un +2,25% imputabile totalmente alla variazione del tasso di cambio (+2,62% del USD/EUR). Proprio ai movimenti del Forex è imputabile la prima parte della classifica, popolata dal debito Usa, soprattutto a breve scadenza. Le duration più contenute e l’esposizione a bond high yield rappresentano ulteriori fattori di successo.
Per quanto concerne i prodotti passivi, la Leva 5 sugli obbligazionari genera i migliori ritorni (+12%), seguiti dal +9,5% delle esposizioni corte sulle commodities. Bene gli azionari Turchia che generano un +8% a fronte di un apprezzamento dell’Istanbul National 100 del 5%. Ottimo posizionamento anche per gli ETF sulla volatilità che in media avanzano di oltre il 6%.
Report a cura di FIDAworkstation
fidaonline.com
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