Le migliori performance sono state registrate dai comparti esposti all’Europa, intervallate dagli Stati Uniti sui quali grava la flessione del biglietto verde. Quasi tutti gli indici di categorie azionarie risultano in positivo e cresce in maniera significativa l’incidenza di quelle in attivo dall’inizio dell’anno, con un rendimento medio che aumenta di ben il 6%.
Bene anche i comparti a specializzazione settoriale. Solo gli energetici vivono una lieve contrazione, mentre tutte le altre categorie allungano fino al 15% messo a segno dal fintech. I risultati migliori sono ottenuti dagli innovativi. Il rendimento medio passa dal -5% al +7%, ridefinendo completamente lo scenario dell’anno corrente.
Le dinamiche della politica monetaria e contestualmente gli azionari che trascinano contribuiscono al balzo delle scadenze lunghe (i governativi eurozona oltre i 10 anni avanzano di oltre il 6%), degli high yield e dei convertibili. In rosso troviamo solo gli short term USA che non riescono a contrastare la flessione del dollaro.
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Davide Dalmasso illustra il rating sulle polizze vita
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